di
Francesco Zanotti
Riccardo Pozza e Luca Sorrentino illustrano nell'inserto culturale del
Sole 24 Ore di oggi, il 23° Congresso Mondiale di filosofia che si tiene ad
Atene. Ne descrivono l’importanza e il ruolo degli italiani.
Vorrei parlare di due temi.
Il primo è il tema del nuovo realismo proposto appunto da italiani. E’
stato oggetto di una relazione di Umberto Eco e di una tavola rotonda proposta
da Maurizio Ferraris. Il nuovo realismo è tema di polemiche feroci tra Maurizio
Ferraris, che lo propugna con intensa
vis polemica, e i suoi detrattori che ... fanno altrettanto. Il lettore curioso
può consultare, ad esempio, “Bentornata Realtà” a cura di Mario De Caro e
Maurizio Ferraris, ovviamente per sentire la campana neorelista.
E può ascoltare i suoi detrattori leggendo “Il nuovo realismo è un
populismo” di Donatella Di Cesare, Corrado Ocone e Simone Reagazzoni.
Personalmente, ho fatto una piccolissima ricerca on line.
La situazione è questa. Enciclopedia Treccani on line parla di un neorealismo
filosofico, ma si riferisce solo al neorealismo statunitense e inglese.
Wikipedia parla soprattutto di Visconti, De Sica etc.
Chi combatte il neorealismo sostiene, appunto, che a livello
internazionale, è soprattutto il nostro cinema ad essere neoreaslista. Ma sembra
che sia una esagerazione, vista la presenza italiana al Congresso di Atene.
Io che ne penso? … Ed è perché ho questo pensiero che ne scrivo, perché mi
permetterà di fare una proposta che ritengo importante.
Io ritengo, semplicemente, che il neoralismo abbia la sua parte di “significatività”,
come ce l’abbia il pensiero postmoderno. Cioè penso che si possano applicare ad
ambiti di realtà diversi. Se parliamo di sedie, allora è necessario essere
realisti. Se parliamo di relazione umane occorre essere post-moderni. Ma questi
due tipi di pensieri non bastano. Occorre anche un terzo modello, il pensiero
quantistico (che è una chiarificazione ed operativizzazione del pensiero
costruttivista) che si applica tutte le volte che voglio costruire una realtà
umana.
Se mi si permette una battuta, mi piacerebbe sapere come un realista
tratta il vuoto quantistico. E come un pensatore post moderno reagisce se gli
menano una sberla. Poi mi piacerebbe sapere da tutti e due come intendono
costruire una nuova economia ed una nuova società.
Ed arrivo alla conclusione.
Credo che sia il momento di superare, meglio, integrare, i Congressi “specialistici”
(tra filosofi, ma anche tra fisici, biologie tc.) per costruire una Congresso
capace di avviare (non solo discutere di, ma avviare) il processo di creazione
di una nuova società, di una nuova economia, di un nuovo Uomo e di una nuova
natura. Credo che davvero il pensiero
quantistico sarebbe decisivo (integrerebbe gli altri due approcci) perché è il
pensiero tipico dei costruttori di mondi: gli imprenditori economici, sociali,
politici, istituzionali e culturali.
Noi abbiamo avanzato una proposta per un simile Congresso. Lo abbiamo
chiamato Expo della Conoscenza.
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