lunedì 19 novembre 2012

Insopportabili egoismi, denunce consolatorie … proposte da costruire


di
Francesco Zanotti

Una riunione sconfortante. Non ha importanza dove e con chi. Supponete nel pianeta più lontano della più lontana stella di una sperdutissima galassia con alieni rigorosamente verdi e dotati di antennine.
Ma una riunione rivelatrice, che è valsa la pena di vivere, anche al costo di andare su quel pianeta.
Ne è valsa la pena perché è stata come una folgorazione. Una visione di quanto la crisi sia costruita dalla nostra vita di tutti i giorni. La nostra vita di tutti i giorni non solo indifferente alla miseria, ma costruttrice di miseria. Ah sì, scusate, parlo della vita di quel pianeta, ovviamente.

I partecipanti: persone culturalmente avvertite e socialmente impegnate … , ma a mezzo servizio.

Impegnate a mezzo servizio perché solo nei tempi veramente morti della vita. Quelli che la vera vita, cioè il piccolo particulare nel quale ci si sente a proprio agio, lascia insopportabilmente scoperti. Con la voglia di riempire subito questi tempi morti con altro particulare che fino ad oggi non siamo riusciti ad avere. E il buttarsi (un po’) nel sociale ha l’obiettivo di esorcizzare qualunque rischio di usare questi “tempi morti” per riflettere sulla nostra vita, sulla conoscenza, sulla generosità e la gratuità dell’impegno.

Culturalmente avvertire (sempre a mezzo servizio), ma per la lettura di qualche saggetto alla moda … Spesso e volentieri di qualche saggetto di denuncia. Oggi la denuncia è davvero insopportabile.
Ma se la nostra società è arrivata al capolinea della Storia e non facciamo nulla per farne emergere un’altra, è ovvio che essa manifesti la sua insufficienza in ogni suo anfratto. Non dico che non bisogna cercare di capire cosa non funziona. Dico che dobbiamo piantarla con gli eroi della denuncia. Dobbiamo cercare, far emergere eroi della proposta. Dico che tutti dobbiamo diventare eroi della proposta. La nostra Associazione ci sta provando (ma ancora con una inettitudine clamorosa) attraverso una via che sembra assurda. Certo non è agevole e non può essere percorsa a mezzo servizio. Meglio: a servizio … un po’, quando non si ha niente di meglio da fare.
L’abbiamo chiamata “Expo della Conoscenza”.
Essa intende richiamare tutti noi alla responsabilità della conoscenza. La società industriale è fondata su di una specifica visione del mondo. Se vogliamo (come è indispensabile) fare emergere una nuova società, dobbiamo partire da una nuova visione del mondo. Buttare nella società attuale una nuova visione del mondo. Questa nuova visione dl mondo ancora non esiste. Allora la dobbiamo costruirle e a questo costruire ci dobbiamo impegnare tutti. Dobbiamo raccogliere frammenti e radunare protagonisti. Poi dobbiamo cercare una sintesi ed usare questa sintesi per cercare di costruirci una visione dei processi di evoluzione autonoma dei sistemi umani. Da ultimo dobbiamo immaginare come Governare questa evoluzione.
Mi lasciate concludere parlando dei figli della nostra generazione? Pensate davvero che costruire il loro futuro consista nel dare loro l’illusione di vivere in una società ovattata dove le conquiste (quelle poche che si riescono a vedere soffocati da quell'ovatta che, più prima che poi, la Storia toglierà loro), le si fanno con i capricci, più o meno violenti?
Amici, prendiamo i nostri figli per mano e conduciamoli verso la strada della conoscenza, facendo loro sentire la bellezza e la responsabilità di costruire un nuovo mondo dove non ci saranno più “pianto e stridore di denti”.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.