di
Francesco Zanotti
Una riunione sconfortante. Non
ha importanza dove e con chi. Supponete nel pianeta più lontano della più
lontana stella di una sperdutissima galassia con alieni rigorosamente verdi e
dotati di antennine.
Ma una riunione rivelatrice,
che è valsa la pena di vivere, anche al costo di andare su quel pianeta.
Ne è valsa la pena perché è stata
come una folgorazione. Una visione di quanto la crisi sia costruita dalla nostra
vita di tutti i giorni. La nostra vita di tutti i giorni non solo indifferente
alla miseria, ma costruttrice di miseria. Ah sì, scusate, parlo della vita di
quel pianeta, ovviamente.
I partecipanti: persone
culturalmente avvertite e socialmente impegnate … , ma a mezzo servizio.
Impegnate a mezzo servizio perché
solo nei tempi veramente morti della vita. Quelli che la vera vita, cioè il
piccolo particulare nel quale ci si sente a proprio agio, lascia
insopportabilmente scoperti. Con la voglia di riempire subito questi tempi morti
con altro particulare che fino ad oggi non siamo riusciti ad avere. E il
buttarsi (un po’) nel sociale ha l’obiettivo di esorcizzare qualunque rischio
di usare questi “tempi morti” per riflettere sulla nostra vita, sulla conoscenza,
sulla generosità e la gratuità dell’impegno.
Culturalmente avvertire (sempre
a mezzo servizio), ma per la lettura di qualche saggetto alla moda … Spesso e
volentieri di qualche saggetto di denuncia. Oggi la denuncia è davvero
insopportabile.
Ma se la nostra società è arrivata al capolinea della Storia e
non facciamo nulla per farne emergere un’altra, è ovvio che essa manifesti la
sua insufficienza in ogni suo anfratto. Non dico che non bisogna cercare di
capire cosa non funziona. Dico che dobbiamo piantarla con gli eroi della
denuncia. Dobbiamo cercare, far emergere eroi della proposta. Dico che tutti
dobbiamo diventare eroi della proposta. La nostra Associazione ci sta provando (ma
ancora con una inettitudine clamorosa) attraverso una via che sembra assurda.
Certo non è agevole e non può essere percorsa a mezzo servizio. Meglio: a
servizio … un po’, quando non si ha niente di meglio da fare.
L’abbiamo chiamata “Expo
della Conoscenza”.
Essa intende richiamare
tutti noi alla responsabilità della conoscenza. La società industriale è
fondata su di una specifica visione del mondo. Se vogliamo (come è
indispensabile) fare emergere una nuova società, dobbiamo partire da una nuova
visione del mondo. Buttare nella società attuale una nuova visione del mondo. Questa
nuova visione dl mondo ancora non esiste. Allora la dobbiamo costruirle e a questo
costruire ci dobbiamo impegnare tutti. Dobbiamo raccogliere frammenti e radunare
protagonisti. Poi dobbiamo cercare una sintesi ed usare questa sintesi per
cercare di costruirci una visione dei processi di evoluzione autonoma dei
sistemi umani. Da ultimo dobbiamo immaginare come Governare questa evoluzione.
Mi lasciate concludere
parlando dei figli della nostra generazione? Pensate davvero che costruire il
loro futuro consista nel dare loro l’illusione di vivere in una società ovattata
dove le conquiste (quelle poche che si riescono a vedere soffocati da quell'ovatta che, più prima che poi, la Storia toglierà loro), le si fanno con i capricci,
più o meno violenti?
Amici, prendiamo i nostri
figli per mano e conduciamoli verso la strada della conoscenza, facendo loro
sentire la bellezza e la responsabilità di costruire un nuovo mondo dove non ci
saranno più “pianto e stridore di denti”.
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