Olivier Blanchard, il Direttore della Ricerca del Fondo Monetario Internazionale, un supertecnico, oggi (18 ottobre 2010) su Affari e Finanza: Quattro ricette per riequilibrare l’economia.
A lui queste ricette sembrano evidenti ed efficaci, ma, se lo sono, perché non vengono messe in atto subito? C’è forse qualche incosciente che ha interesse a perpetuare la crisi? Se sono efficaci, perché non si fanno governare i tecnici che, loro sì, sanno come vanno le cose?
La mia riposta è duplice. Per ragioni di contenuto e di processo.
Per ragioni di contenuto: le ricette dei tecnici sono sbagliate. Come lo è quella del supertecnico Blanchard.
In sostanza, il Nostro sostiene che occorre aumentare i consumi, in ogni parte del mondo, ovviamente. E per farlo serve una finanza che sappia mettere soldi a disposizione di tutti. Anzi, basta una finanza che riesca a mettere i soldi a disposizione di tutti e poi i consumi aumenteranno da soli e, con essi, tutta l’economia.
Dove sta lo sbaglio? Sta nel fatto che non si può aumentare più di tanto questo tipo di consumi. Intendo il consumo dei prodotti tipici della società industriale.
La prima ragione è fisica, energetica. A causa delle materie prime di cui sono fatti, del modo in cui sono progettati, dei sistemi che servono a produrli, il significativo aumento dei consumi che servirebbe in tutto il mondo per uscire dalla crisi è incompatibile con la natura.
Altrove scrivevo “Tutte le vacche del mondo”. Intendevo dire che se ci proponessimo di far sì che tutti gli uomini della terra avessero lo stesso numero di scarpe di noi cittadini milanesi, non vi sarebbero vacche sufficienti per il cuoio. Qui aggiungo che lo stesso discorso vale per tutti gli altri beni prodotti dalle nostre imprese, auto in testa.
La seconda ragione è esistenziale: questi prodotti sono ologrammi di una società che non interessa più. Il meccanismo di auto realizzazione tipico della società industriale, cioè l’acquisto, non raggiunge più questo scopo. Le persone vanno alla ricerca di più intensi processi di auto realizzazione.
Allora, un aumento significativo degli attuali consumi è impossibile per cause energetiche ed esistenziali.
Ed allora? Io credo che la soluzione sia “di processo”. Nessun tecnico o esperto può immaginare la società futura. Essa deve essere progettata, immaginata socialmente. Allora, è necessario attivare un grande processo di riprogettazione di una nuova società, dove i tecnici forniscono alle persone gli strumenti, le mappe, le conoscenze, le metodologie per immaginare ed iniziare ad esperimentare il futuro.
Ovviamente, la progettazione non sarà un processo logico, scientifico, algoritmico, ma sarà un processo simile alla creazione artistica. Un processo simile a quello che ha generato rinascimenti e miracoli economici.
La classe dirigente dovrà essere capace di stimolare il formarsi di immagini intense e complessive in ogni angolo della società. E, poi, dovrà portarle a sintesi.
La nuova classe dirigente dovrà operare come gli imprenditori (non solo economici, ma anche sociali, politici, istituzionali e culturali) che hanno attivato la nascita di rinascimento e miracoli economici.
Se volete usare il linguaggio della nascente teoria quantistica ed evolutiva dei sistemi, la futura classe dirigente dovrà attivare processi emergenti.
Per permettere ad ogni classe dirigente, ad ogni livello della società di agire come un imprenditore che scatena intensi processi emergenti, abbiamo sviluppato una metodologia di governo che abbiamo definito “Sorgente Aperta” e che viene diffusamente descritta in altre parti di questi blog.
A questo punto il lettore si sarà reso conto da solo delle ragioni di processo di cui dicevo all’inizio di questo pezzo: scatenare e portare a sintesi processi emergenti non è certo mestiere da tecnico, fosse pure uno considerato supertecnico (ma a me sembra uno specialista auto riferito) come Olivier Blanchard.
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