di
Francesco Zanotti
Poi davvero non lamentiamoci …
Le classi politiche ed intellettuali milanesi vogliono
parlare di innovazione scientifico-tecnologica, ma inanellano strafalcioni su
strafalcioni. Costruendo un loro pensiero scientifico che definire “fake” è
essere magnanimi. Ragazzi è un casino!
Il Sindaco di Milano parla
dell’ “Osservatorio Milano 2017” e sostiene (fonte Corriere della sera di oggi,
pagine milanesi) magnificando della nostra città la grande modernità e la
consapevolezza non banale del proprio ruolo internazionale. Ed aggiunge “Questo
cammino dovrà continuare registrando ogni anno l’andamento delle principali
realtà milanesi non più sull’onda di sensazioni o giudizi di parte, ma sulla
base di una misura verificata dal punto di vista scientifico”.
Dove stanno le sciocchezze
scientifiche?
Lo si scopre quando prima si
cerca di capire cosa vuol dire "registrare misurando scientificamente”.
Possiamo non approfondire
dicendo che si tratta di una cosa misteriosa che sanno fare gli “esperti” e noi
ne prendiamo atto e usiamo i risultati di questa registrazione.
Ma sarebbe come nascondere
la testa sotto la sabbia. Invece, dobbiamo guardarci dentro perché il processo
del “misurare scientificamente”, nel caso di realtà complesse, ottiene
risultati quasi opposti a quelli che il Sindaco si attende. Non è un processo
che porta a risultati oggettivi e indiscutibili, ma è infarcito di soggettività.
E’ infarcito proprio di quelle sensazioni o giudizi di parte che si vogliono
eliminare.
Andiamo a scoprire questa
soggettività.
Per misurare scientificamente
un qualunque aspetto di una realtà complessa come una città, dobbiamo sapere
come è fatta. Dobbiamo scegliere un
modello di quello che vogliamo misurare. Ora, a meno che la cosa da misurare
non sia il numero di scarpe del sindaco, in ogni sistema complesso la scelta di
un modello per descriverlo è assolutamente soggettiva e non oggettiva. Cioè: la
prima soggettività emerge nella scelta delle cose da misurare.
Poi dobbiamo scegliere un’unità
di misura e definire il processo di misura. Ed anche qui, soggettività a palla.
Da ultimo la soggettività
delle soggettività: il processo di misura di un sistema complesso (ripeto,
questo non vale per le scarpe del sindaco) costruisce la misura che ottiene. Un
po’ come se la caratteristica da misurare fosse la forma dell’acqua. La forma
non è una proprietà intrinseca dell’acqua. Ma è una proprietà che emerge dal processo
di misura del suo volume che consiste nel metterla in un recipiente.
Conclusione: ma come
possiamo pensare che guidi la città verso l’innovazione tecnico-scientifica (se
è questo che si vuole) chi è analfabeta di scienza? E come pensiamo possa
evidenziare questo problema un sistema di forze politiche che condivide una
profonda ignoranza scientifica?
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