di
Francesco Zanotti
“La forza vitale del popolo dei credenti” è il titolo
dell’articolo di S.E. Bruno Forte sul Sole 24 Ore di oggi. “La trappola jihadistae il valore della ragione” quello di Alain Touraine.
Vella pena di parlarne.
Proviamo a generalizzare il messaggio dell’Arcivescovo
di Chieti e Vasto: la forza del popolo di tutti
i credenti. Credo che una ricchezza che occorre ridonare al mondo è la
forza di tutti i credenti, insieme. Oggi sono separati da autoreferenzialità cognitive,
ma uniti dalla profondità del sentimento religioso. Uniti anche dalla storia. Abramo è padre
comune delle tre grandi religioni monotetistiche i cui figli più primitivi di
tutte le tre parti stoltamente si combattono.
Quale potrebbe essere il contributo di tutti i
credenti? Uno molto semplice: preferisco esser ucciso che uccidere. Soprattutto
se sono riuscito a cantare e vivere ogni giorno il servizio ai fratelli.
E veniamo ad Alain Touraine che vede nelle
religioni uno dei nemici da battere. Soprattutto nei loro richiami a dimensioni
escatologiche che egli definisce: apocalittiche, ispirate, fanatiche.
Ovvio che molti figli primitivi di religioni (che
sono “ontologicamente” orientate ogni giorno e nel concreto alla escatologia)
siano scaduti nell’apocalittico e nel fanatico.
Ma la primitività cognitiva di alcuni non può
essere presa a misura di un popolo che ama la pace fino al martirio. Ed ha dimostrato
(Gandhi in testa, se ci fosse bisogno di un esempio) che la somma dei morti per
costruire la pace è sempre stato molto minore della somma dei morti che ogni
guerra genera. Preferire essere uccisi che uccidere è una soluzione anche ottimizzante,
oltre che umanizzante. Ah certo l’uso di una forza che si definisce legale dopo
la seconda guerra mondiale non ha certo costruito la pace.
Ma veniamo a cosa contrappone Alain Tourain alla
forza dei credenti.
E’ la vecchia immagine di fine Ottocento della
scienza che oggi non esiste più. La scienza è turbata da un grande progresso
che non si sa dove ci porterà.
Mi si permette una battuta? Volete parlare di scienza? Provate a leggere prima: “Conceptual foundations of quantum field theory”. Provare a gustare fino in fondo le equazioni (certo! Le equazioni! Non si può parlare di scienza se non se ne conosce operativamente, e non per sentito dire, il suo linguaggio: la matematica) della Relatività Generale cercando di coglierne il senso profondo. Scoprirete una scienza in cammino, non una scienza che distribuisce certezze anti religiose.
Mi si permette una battuta? Volete parlare di scienza? Provate a leggere prima: “Conceptual foundations of quantum field theory”. Provare a gustare fino in fondo le equazioni (certo! Le equazioni! Non si può parlare di scienza se non se ne conosce operativamente, e non per sentito dire, il suo linguaggio: la matematica) della Relatività Generale cercando di coglierne il senso profondo. Scoprirete una scienza in cammino, non una scienza che distribuisce certezze anti religiose.
Dimostra la sterilità di una visione primitiva
della scienza il risultato a cui arriva Alain Tourain: "non sappiamo come
gestire questi sentimenti estremi (quelli dei fanatici), non sappiamo come
assorbirli. L’unica difesa che abbiamo è restare noi stessi”. Sterile appunto. Perché
oggi nessuno può continuare rimanere
come era nel passato. Pena un fanatismo guerrafondaio.
Conclusione, la mia proposta.
Oggi lasciamo che le religioni ci guidino ad
amare. E la scienza a conoscere. Viviamo la religione e studiamo la scienza
profondamente. Forse scopriremo la verità proposta da Giovanni all’inizio del
suo Vangelo: “In principio era il Verbo”.
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