di
Francesco Zanotti
Oggi sul Sole 24 Ore Morya Longo parla del mistero
dell’inflazione con un articolo documentato e completo. Sostiene esplicitamente
che “nessuno sa veramente spiegare” le cause dell’inflazione.
Provo a dargli una mano a risolvere il mistero.
Credo che la mia spiegazione sarà convincente per tutti tranne che per gli
economisti di professione.
Il punto di partenza fondamentale è che i
prodotti tipici della Società industriale interessano sempre meno. Avevano un
profondo significato esistenziale al loro apparire dopo la guerra. La lavatrice
ha liberato la vita della donna. Le utilitarie hanno liberato tutti dalla
schiavitù del luogo. Poi le esigenze sono diventate più complesse, ma i
prodotti sono rimasti gli stessi. Così hanno perso il loro significato esistenziale
ed è rimasto loro solo quello funzionale. Ed anche quello si è andato riducendo.
Così il valore che chi li comprava attribuiva loro è andato, parallelamente,
diminuendo. Contemporaneamente si è sviluppata un’economia imitativa: mentre i
prodotti perdevano di senso aumentavano le imprese che li producevano. Il
risultato è stato un aumento della competizione che è finito per diventare una
competizione di prezzo. Questo scivolamento verso una competizione di prezzo è
stato accelerato dai processi di globalizzazione e dalla mitizzazione della ”competitività”
che ha istituzionalizzato le tipologie delle imprese con il suo sciocco meta-messaggio:
non è possibile immaginare prodotti radicalmente nuovi che abbiano di nuovo un
significato esistenziale. Questo “circolo vizioso della noia” è la vera causa
della “non inflazione”. Purtroppo esso non è visibile perché non si misura il
parametro che lo rivelerebbe: la capacità di generare cassa delle imprese. Se
lo si misurasse si scoprirebbe che la capacità di generare cassa delle imprese
è di molto diminuita, come dimostra l’andamento dei prestiti che hanno erogato le
banche alle imprese: nel primo decennio del XXI secolo in Italia sono raddoppiati
a fronte di un sistema produttivo che ha perso il 20% della sua capacità produttiva.
Come contro prova, le imprese che vendono significato producono un sacco di
cassa: da Apple a Ferrari.
Dal punto di vista macro economico poi, occorre
dire che il battere moneta non può generare inflazione perché la moneta ha
perso completamente ogni aggancio a qualunque sottostante. Quindi il suo valore
è sostanzialmente sociale: lo mantiene fino a che decidiamo che ce l’abbia.
Conclusione? Non dobbiamo preoccuparci dell’inflazione,
ma del fatto che le imprese producono sempre meno cassa. Se non producono cassa
ci sogniamo di aumentare l'occupazione. Per produrre cassa devono attivare un
nuova stagione di progettualità imprenditoriale che rivoluzioni le “cose” che
producano le imprese. Con in mente il significato e non il prezzo.
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