di
Francesco Zanotti
… davanti agli occhi delle classi dirigenti e,
purtroppo, non nella bocca di troppe persone …
Se leggete l’articolo di fondo di Fabrizio Forquet sul Sole 24 Ore troverete una disanima drammatica della crisi. Condivido,
ma mi scandalizza il fatto che le risposte a questa drammatica crisi non si vedano.
Non è che si conoscono e ci sono i cattivi che non vogliono metterle in
pratica.
Il problema è che proprio le proposte da tutti
decantate sono del tutto irrilevanti. Come fanno a non accorgersene?
Lo stesso Forquet parla di riforme, ma senza
specificare quali: ci immaginiamo Senato, legge elettorale, PA etc. Carlo De
Benedetti, sullo stesso Sole, sulla stessa prima pagina, indica quale, secondo
lui, è il bazooka contro la crisi: l’unione fiscale e bancaria.
Ripeto: sono, purtroppo, proposte irrilevanti.
Mettetevi nei panni di un imprenditore, si uno
di quei signori che guidano una delle tanto decantate PMI e che, tutti sostengono,
siano i signori che mantengono l’Italia. Dovete pagare tasse, dipendenti e
fornitori. Ovviamente subito. Pena il sequestro dei beni aziendali, il
fallimento etc.
Se qualcuno vi viene a dire che non vi dovete
preoccupare perché si faranno (usando una espressione semplicistica, ma che ha
il pregio di sintetizzare, così nessuno si chiede cosa siano e a cosa servono) le
riforme, allora possono accadere solo due cose. O siete creduloni oppure lo mandate
via a calci là dove non batte mai il sole.
Tutti questi imprenditori (sperando che non
siano creduloni) hanno bisogno di soldi subito e le banche (anche giustamente)
non glieli danno perché sarebbero solo una cura compassionevole.
Ed allora?
A me sembra che la risposta possa essere solo
questa.
Questi signori, per tornare a produrre cassa il più
in fretta possibile, hanno bisogno di rivoluzionare il loro sistema d’offerta
(le cose che vendono) perché quelle che sono abituati a produrre non glielo
comprano più e glielo compreranno sempre meno. Questo vale non solo per i
signori delle PMI, ma anche per i signori delle grandissime imprese.
Per poter rivoluzionare i loro sistemi d’offerta,
tutti gli imprenditori di questo Paese hanno bisogno, innanzitutto, di
conoscenza (in particolare delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa)
per attivare una intensa e profetica (niente di meno che profetica) progettualità
strategica. E i soldi solo dopo. Per realizzare il nuovo progetto che la nuova
conoscenza gli ha permesso di sviluppare.
Le banche dovrebbe farsi carico di stimolare e
diffondere progettualità strategica. E gli converrebbe di molto farlo: salvano
i clienti. Senza clienti muoiono anche loro.
Perché non lo fanno?
La risposta è una sola: le fette di salame
davanti agli occhi delle classi dirigenti sono veramente spessissime.