di
Francesco Zanotti
Anche oggi sul Corriere si ripropone il tema
dell’intelligenza artificiale. Come al solito non si ha il coraggio di andare
alle origini. E, così, si coltivano illusioni o paure insensate.
Oggi un autorevole esperto sostiene che anche i
computer più intelligenti sono “imbranati” perché sono privi di ogni abilità manuale.
E’ assolutamente vero.
Ma questo non significa che possiamo mettere le
mani ad un computer …
Tutti gli specialisti lo sanno, ma nessun
giornale ne parla perché, anche se è fondamentale, non è scandalistica,
drammatica o “strana” … Cosa? Che anche il computer più potete continua ad
essere quella che viene definita una “Macchina di Turing”. E questo tipo di
macchine non funziona come un cervello, non potrà mai avere le mani. Infatti.
Un computer segue solo programmi “lineari” che
non riusciranno mai a descrivere esattamente fenomeni non lineari, come tutti
coloro che costruiscono soluzioni numeriche alle equazioni differenziali alle
derivate parziali (gli ingegneri ad esempio) sanno benissimo.
Un computer non riuscirà mai a descrivere la
dimensione olistica di un sistema.
Un computer ha delle limitazioni funzionali irrimediabili
descritte dai Teoremi di Godel (se volete guardare la cosa dal punto di vista
della “struttura”) e dal problema dell’alt di Turing (se volete guardare le cose
dal punto di vista del “processo”).
Se non teniamo conto di tutto questo, creiamo
miti. Forse il più comune: vi sono computer che apprendono. Quando si legge che
un computer apprende, questo apprendere non ha nulla a che vedere con l’apprendimento
del cervello.
Ma allora costruiamo computer che non siano
macchine di Turing così apprenderanno davvero e potremo dargli le mani. Ma lo
stiamo facendo da sempre: la riproduzione e la crescita sono il processo
attraverso il quale costruiamo macchine non di Turing, capace di sostituire gli
esseri uomini … con altri esseri umani. Certamente questo tipo di “computer” ha
le mani …