domenica 1 febbraio 2015

Anche Naomi Klein ha capito …

di
Francesco Zanotti


In una intervista, oggi sul Corriere, Naomi Klein ammette che i no global sono stati sconfitti per non aver mai detto di sì.
Beh è dal mitico ’68 che dovrebbe essere chiaro che la protesta, anche giustissima, senza la proposta finisce in tragedia. La mia generazione dovrebbe averlo profondamente inciso nella mente e nel cuore se guarda al mondo che ha costruito: protesta profetica, proposta banale. Da disadattati.
Il problema è che la proposta è più difficile, sempre più difficile. La protesta è puntuale: si identifica un nemico (spesso veramente dannoso) e lo si bastona. Qualche volta non metaforicamente. E momentaneamente tutti applaudono.
Ma poi quando si è distrutto occorre costruire. E la proposta non può essere monodimensionale: deve essere complessiva.
Ed allora emerge il vero problema: le risorse cognitive di cui si dispone. Anche un sistema di conoscenza banale è in grado di vedere ingiustizie e combatterle. Per costruire proposte complessive è necessario un sistema di risorse cognitive complesse. Purtroppo oggi non disponiamo ancora delle risorse cognitive necessarie per disegnare un nuovo mondo. Allora la proposta ha bisogno di ricerca. Sarà costruttore di futuro chi disporrà delle risorse cognitive per farlo. Prima di lui sarà costruttore di futuro chi queste risorse cognitive le svilupperà.
Una efficace capacità di governo dei sistemi umani (volete chiamarla democrazia profonda?) si fonda solo su di una nuova conoscenza dell’Uomo, della Società e della Natura.


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