di
Francesco Zanotti
In una intervista, oggi sul Corriere, Naomi Klein
ammette che i no global sono stati sconfitti per non aver mai detto di sì.
Beh è dal mitico ’68 che dovrebbe essere chiaro
che la protesta, anche giustissima, senza la proposta finisce in tragedia. La
mia generazione dovrebbe averlo profondamente inciso nella mente e nel cuore se
guarda al mondo che ha costruito: protesta profetica, proposta banale. Da disadattati.
Il problema è che la proposta è più difficile,
sempre più difficile. La protesta è puntuale: si identifica un nemico (spesso
veramente dannoso) e lo si bastona. Qualche volta non metaforicamente. E momentaneamente
tutti applaudono.
Ma poi quando si è distrutto occorre costruire.
E la proposta non può essere monodimensionale: deve essere complessiva.
Ed allora emerge il vero problema: le risorse
cognitive di cui si dispone. Anche un sistema di conoscenza banale è in grado
di vedere ingiustizie e combatterle. Per costruire proposte complessive è necessario
un sistema di risorse cognitive complesse. Purtroppo oggi non disponiamo ancora
delle risorse cognitive necessarie per disegnare un nuovo mondo. Allora la
proposta ha bisogno di ricerca. Sarà costruttore di futuro chi disporrà delle
risorse cognitive per farlo. Prima di lui sarà costruttore di futuro chi queste
risorse cognitive le svilupperà.
Una efficace capacità di governo dei sistemi
umani (volete chiamarla democrazia profonda?) si fonda solo su di una nuova conoscenza
dell’Uomo, della Società e della Natura.
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