di
Francesco Zanotti
Riporto dal discorso di Papa Francesco ieri alle
donne ed agli uomini dell’Expo:
A voi desidero ripetere
quanto ho scritto in Evangelii gaudium: “No, a un’economia dell’esclusione e
della inequità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia
il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo
sia il ribasso di due punti in borsa” (ibid., 53). Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più
forte ha la meglio sul più debole.
I lettori dei nostri blog sanno che noi, da anni, sosteniamo che la ricerca
della competitività è fallimentare non solo per le ragioni alte e forti
sostenute dal Papa, ma anche per motivi tecnici.
La battaglia della competitività non ha
vincitori. Spegne le persone e l’economia in una lotta per il prezzo di
prodotti che perdono di senso, costruiti da imprese che finiscono per perdere
la loro capacità di generare cassa.
Non si dica che il Papa fa discorsi ideali, e le
imprese sono costrette a combattere con la cruda realtà. La cruda realtà è che,
alla fine, la ricerca della competitività distrugge la capacità di generare cassa
delle imprese. Anche il più egoista degli imprenditori la dovrebbe piantare con
la ricerca della competitività perché è la via migliore per fare fallire la sua
impresa.
Non dico di più in questo post perché i lettori
possono trovare un pensiero più completo.
Cito soltanto due post del passato, presi tra i
molti che cercano di convincere della stupidità della ricerca della
competitività:
Mi piacerebbe davvero conoscere l’opinione di governanti ed economisti
che ripetono come un mantra tragico la parola competitività senza esattamente
sapere cosa significa.
Cari lettori, aiutatemi a liberare le imprese (e le persone e la società)
dalla battaglia della competitività.
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