di
Francesco Zanotti
Oggi sul Corriere, Galli della Loggia firma un articolo vergognoso. Anche per le tesi che sostiene, ma soprattutto per la
povertà di pensiero che lo porta a queste tesi. Soprattutto povertà di pensiero
sistemico.
La sua tesi è che solo con la guerra che si fa
la storia. E cita Hegel secondo il quale (la citazione è dall’articolo
di Galli della Loggia) le vera storia è come un banco di macelleria nel momento
che gli uomini sono sempre quelli del peccato originale. Gli europei non
vogliono fare la guerra, quindi sono destinati a rimanere fuori dalla storia.
A corollario sostiene che non si possono
giudicare i fatti storici in base al numero dei morti e che anche le due
disastrose guerre del Novecento hanno prodotto risultati positivi.
Che dire? Cominciamo dai “risultati positivi”.
Ma non gli viene in mente che con altre vie si sarebbero potuti raggiungere
risultati ancora più positivi senza ammazzare nessuno? Possibile che uno
storico sia così superficiale nella ricerca di rapporti causa effetto?
Ma continuiamo: possibile che con tutti i
risultati delle scienze cognitive siamo rimasti ancora all’ Homo homini lupus?
Le guerre nascono dalla incapacità di costruire
uno sviluppo tra diversi popoli. E questa incapacità è frutto di povertà
cognitiva che costruisce pensieri ideologici. Ecco la povertà del pensiero
sistemico. Povertà estrema perché le due affermazioni precedenti non sono
figlie del pensiero nascosto di una qualche élite. Ma sono risultati noti.
Il problema del nostro tempo è che le classi
dirigenti possiedono un pensiero troppo povero per comprendere e costruire uno
sviluppo etico ed estetico in una società complessa.
Le future guerre saranno figlie di povertà di
pensiero. E ricadranno nella responsabilità di chi questa povertà di pensiero
ha spacciato come cultura.
Poi ci possiamo mettere l’indignazione umana. Sì, gli eventi storici si giudicano in base ai morti che generano. Ed occorre
mettere una barriera di civiltà: nessun evento storico che genera morti è
positivo. Siamo noi che costruiamo il futuro. Se sappiamo solo costruirlo con
le armi, allora meritiamo il disprezzo delle future generazioni.
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