di
Francesco Zanotti
Su “Letture” l’inserto culturale del Corriere
Paolo Giordano presenta la teoria della Relatività generale che quest’anno
compie cent’anni.
Affronto l’argomento per tentare una innovazione
epistemologica.
Come tutti sanno la fisica del novecento ha
costruito due grandi teorie: la relatività (prima ristretta poi generale) e la
fisica quantistica (prima meccanica quantistica e poi Teoria quantistica di
Campi). Il problema di fondo è che queste due teorie sembrano incompatibili:
non si riesce proprio a costruire una teoria del tutto.
Dove sta l’innovazione epistemologica?
Ora, tutti sono convinti che queste teorie siano
adatte al mondo microscopico (la fisica quantistica) e al mondo macroscopico
(la scala dell’Universo: la relatività generale). E siano contro-intuitive perché
estranee all'esperienza umana di tutti i giorni.
Io ho (ecco l’innovazione tecnologica) una
convinzione contraria: è proprio la vita di tutti i giorni che diventa comprensibile
se si usano queste due teorie. E faccio degli esempi.
Il primo è l’emergere della massa (una parte
della massa) delle particelle elementari dovuta alla rottura di simmetria del
vuoto quantistico a causa di campi di Higgs.
Teoria astrusa? No! L’impresa viene creata da un
processo di rottura di simmetria del vuoto quantistico costituito dalla società
dall'azione del campo costituito dall'azione imprenditoriale. Per chi volesse
approfondire il tema trova un mio articolo qui
Il secondo esempio riguarda proprio la
Relatività Generale. La storia dell’impresa procede costruendo la competizione
che la fa precipitare in un buco nero. Esattamente come accade ad un stella
sufficientemente massiccia quando esaurisce il suo carburante nucleare.
Detto questo si può fare un ulteriore passo
avanti: perché non si comincia a pensare che non ha senso cercare di conciliare
le due teorie perché spiegano due fasi diverse (la nascita e la morte) di un
sistema qualunque? Possiamo dire che sono due rappresentazioni non equivalenti
del mondo. Propongo, insomma, di allargare l’utilizzo dell’approccio che il Prof.
Gianfranco Minati suggerisce per la sistemica: l’uso dinamico dei modelli
(Dysam).
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