di
Francesco Zanotti
Purtroppo non l’ho ancora letto. Ma rimedierò
presto.
In ogni caso voglio provare a commentare la
recensione che ne fa Boncinelli sulla “La lettura”.
Sto parlando di Mente e cosmo di Thomas Nagel.
Il buon Boncinelli è ossessionato dalla teoria
del Disegno Intelligente. Una paura santissima che si dia legittimità al nome
di Dio. Una voglia ossessiva di dimostrare che Dio non esiste. O almeno non è
utile.
Se leggete i suoi libri vedrete che stiracchia da
tutte le parti la scienza pur di dimostrare che la scienza è la Riposta. Se
prendete il suo Quel che resta dell’anima rimarrete sconcertati. Egli
sostiene che sì, la visione deterministica del mondo non è più così solida. Ma
subito dopo dice “ Se si fa astrazione dal mondo microscopico degli atomi e da
alcuni fenomeni particolarmente complessi (un uragano, una frana o l’andamento
della borsa), tutti gli eventi della nostra vita seguono un andamento quasi
deterministico“. Cioè ha bisogno del determinismo, altrimenti vacilla la
convinzione che la scienza sia Dio.
Questo modo di fare scienza è infantile.
Il problema è che i grandi uomini sono assediati
dai nani. Che cercano di nascondere e placare nella loro ombra protezione ad
insicurezze psicologiche profonde.
Boncinelli nelle critiche di Nagel al neodarwinismo
(che peraltro non riporta) ci vede comparire in filigrana il concetto di
Disegno Intelligente. E vi si scaglia contro.
Ora, chi contesta che Darwin è stato uno dei gigante
sul cui spalle “manebimus optime”?
Dobbiamo, però andare oltre. Diventare anche noi
giganti. Non so se il libro di Nagel è il libro di un gigante. Certo la
stroncatura di Boncinelli fa venire una voglia matta di leggerlo.
Leggerlo liberamente, senza chiedersi se sta
dalla parte di chi vuol combattere il nome di Dio o no.