di
Francesco Zanotti
Leggo a pag. 13 del Corriere di oggi una
intervista a Naguib Sawiris, noto magnate egiziano, dove propone una idea che
giudico eccellente. Emozionante, da pelle d’oca. Non solo perché è un grande
contributo ideale ed operativo alla soluzione del problema dei profughi, ma
anche perché indica una precisa strada per costruire sviluppo. E dimostra come
un reale sviluppo non lo costruiscono mai le classi dirigenti politiche. Qualche
volta hanno costruito il contesto dal quale è emerso alto e forte uno sviluppo immaginato
e realizzato dal basso.
Ma veniamo all'idea che è più importante delle
mie filippiche.
Il Sig. Sawiris vuole comprare (anche solo
affittare) una intera isola che chiamerà “isola di Aylan” (che, come è oramai
arcinoto, è nome del bambino morto e fotografato sulla spiaggia) sulla quale
far costruire (a sue spese. Cioè: investe lui. Non sta chiedendo soldi.) un
ologramma di una nuova società.
L’espressione “un ologramma di una nuova società”
è mia. La modalità di racconto di
Sawiris è più operativa.
“… l’isola ha il vantaggio di evitare che i
rifugiati tolgano lavoro agli italiani, dipendano dalle infrastrutture,
occupino posti nelle scuole e negli ospedali. Costruiremo tutto sull'isola.”.
E ancora “Sono un imprenditore e sono abituato a
costruire (nota mia: a costruire, non a competere). La bellezza di questa idea
è che assumi le persone per costruire la propria città, un Paese nuovo: come l’America.”.
Come anticipavo: un ologramma di una nuova
società.
Il giornalista obietta che vi è il rischio che
coloro che hanno costruito l’isola, poi, se vadano. E Sawiris risponde “L’isola
diverrà un’attrazione turistica. Torneranno a visitare il luogo in cui sono
stati accolti. Oppure resteranno se sono felici. C’è chi dice che i rifugiati
puntano alla Germania e non ad un’isola, ma se gli date un salario di 2.000
euro al mese e i figli vanno a scuola e ci sono ospedali, perché non dovrebbero restare?”.
Sig. Sawiris ci rimarranno certamente. Le strade
d’Europa sono le strade di un Continente decadente. Meglio dei paesi in guerra,
ma molto peggio di un Paese che sa costruire il suo futuro.
Mi viene la tentazione di riportare altre parole
di Sawiris, ma mi fermo. Vi invito a leggere questa intervista.
Ed arriviamo ai media. In particolare al Corriere
della Sera. Come ho scritto, è collocata a pag. 13, taglio basso, del Corriere
della Sera. Lo stesso giornale pochi giorni fa (il 19 settembre) metteva una
gigantografia di Balotelli in prima pagina che annunciava un “profetico” (le virgolette
rendono bene l’ironia) articolo di Paolo Conti dal titolo: Mario e l’amore vero
(mai provato). Direttore, complimenti per la scelta delle priorità.
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