di
Francesco Zanotti
Una delle cose meno comprensibili è che
costruiscano muri proprio quelle comunità nazionali che hanno subito la
schiavitù dei muri per decenni e sono state costrette a combatterle con la
forza etica dei martiri.
Credo che davvero noi si stia affrontando il
fenomeno dell’immigrazione con una miopia patologica.
Possibile che le nostre classi dirigenti
continuino a cullarsi nella illusione che una disparità di benessere eticamente
insopportabile possa perpetuarsi all’infinito? Una protesa di questo tipo è
strutturalmente razzista.
Possibile che non sentano la responsabilità di aver
praticato un colonialismo ossessivo e tracotante?
Possibile che le uniche soluzioni che si
immaginano siano quelle di fare di popoli culturalmente diversi da noi dei
cloni del nostro modello sociale? Possibile che questa voglia di clonazione sia
così ottusa da immaginare che possa essere imposta con le armi?
Il mondo occidentale deve convincersi che il suo
compito storico è quello di farsi carico di guidare un processo di riprogettazione
collettiva di un nuovo futuro. Che non sarà in nessun modo la fotocopia della
società in cui stiamo vivendo e che, se vogliamo essere onesti, ha stufato
anche noi. Cominciamo a cambiare noi stessi se vogliamo acquisire il diritto
etico di chiedere agli altri di cambiare.
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