di
Francesco Zanotti

Sarebbe un bel guaio!
Ma il problema di fondo non viene discusso neanche ora che si comincia
ad aver paura di non farcela.
Qual è?
Semplice: nessuno ha mai parlato di “contenuti”. Si sarebbe potuto e dovuto
avviare un grande processo di coinvolgimento progettuale del mondo sul tema di
come nutriremo il pianeta. E l’Expo sarebbe stato il momento di
rappresentazione, collettivamente (a livello mondiale) organizzato, del primo
sforzo di progettualità congiunto di tutte le nazioni del Mondo. Il primo Progetto-mondo della storia dell’uomo.
Invece, abbiamo attivato solo grandi discussioni (liti?) sui “muri”. Sì, le
opere infrastrutturali. Certo importanti, ma solo condizione necessaria e in
nessun modo sufficiente.
Perché nessuno ha mai parlato di contenuti? Perché il patrimonio di
conoscenze di coloro che si sono succeduti alla guida di questa che poteva
essere una svolta nello sviluppo del mondo, non era in alcun modo sufficiente
per affrontare questa sfida. Non sto accusando nessuno, non si tratta di
abilità personali. Si tratta di sistemi di conoscenze.
Possiamo ancora riuscirci, perché la conoscenza non è come i muri: si
può scatenare anche i tempi brevi un movimento mondiale e di progettazione sulla
sfida del nutrire il Pianeta che farebbe di Milano il centro del mondo.
Non è neanche necessario un cambio di dirigenza: basterebbe fornire a
quella attuale le conoscenze necessarie a guidare un progetto, in buona
sostanza, di progettazione della futura società dell’uomo.
Noi abbiamo indicato una via concreta da percorrere: l’Expo dellaConoscenza i cui dettagli si possono scaricare da questo blog.
Ma, ovviamente, non se ne farà nulla. Scrivo questo blog perché rimanga
traccia del fatto che qualcuno ci ha provato a fare dell’Expo la vera via per
uscire dalla crisi mondiale che stiamo vivendo. In modo che, almeno dopo il
flop, sulla scia di una figura meschina a livello internazionale, si possa
cominciare a discutere della conoscenza e non di come abbattere i muri che si
sono costruiti inutilmente.