martedì 5 marzo 2013

Evitiamo la delusione e il conflitto


di
Francesco Zanotti



Di storie come quella di Bebbe Grillo ne sono nate tante. E tutte hanno avuto o stanno avendo la stessa fine. O delusione e disillusione o il conflitto. Oppure tutte e tre. Cito la mia esperienza in quel movimento che si chiamava Vivere Milano. Cito la nuova esperienza di Italiacamp.
Le ragioni sono “sistemiche”. Sono movimenti che nascono da un grande slancio ideale. Ma questo slancio ideale non è nutrito da sufficienti risorse di conoscenza. Ed allora quando si tratta, inevitabilmente, di passare dalla protesta alla proposta, si frantumano in progetti parziali che generano conflitti e delusioni. Oppure, cercano un consenso istituzionale che non può che essere “peloso”. E il movimento finisce quando gli appoggi istituzionali vengono meno.
Non occorrerà attendere molto per vedere queste stesse dinamiche scatenarsi nel Movimento Cinque Stelle. Grillo contro Casaleggio, i gruppi parlamentari spezzarsi in sottogruppi. Ed alla fine il movimento perdere di consenso
Il fatto che ci sia di mezzo Internet non fa che ampliare ed accelerare i processi. Ma non li cambia nella sostanza.
Ecco, forse non è esatto: una differenza esiste perché, questa volta, la quantità fa qualità. Oggi si è costituito un movimento molto grande. Se lo slancio ideale si trasformerà in conflitto e delusione le conseguenze non riguarderanno solo il movimento, ma tutti noi. Sarà difficile riavviare una nuova stagione di passione ed entusiasmo per il futuro dopo una disillusione diffusa e profonda.
Allora è urgente arricchire le persone che operano nel movimento di nuove risorse di conoscenza che permettano loro di immaginare davvero un Progetto per lo Sviluppo del nostro Sistema Paese.
Non è etico lo sforzo delle altre forze politiche di ridimensionare la spinta ideale di questo movimento. Invece di combattere i giovani cinque stelle dovrebbero fornire ai loro giovani una più forte spinta ideale e nutrirla di risorse cognitive all'altezza di entusiasmo e speranze.
Soprattutto le generazioni più mature dovrebbero porsi questo obiettivo. Non devono impegnarsi a spartirsi i giovani, ma devono fornire ai giovani tutte le risorse cognitive che sono loro necessarie per superare tutti noi.
Se faranno questo (Grillo compreso) vedranno che i giovani di questo Paese si dimenticheranno di militare in sponde diverse e sapranno unirsi per costruire un vero progetto per lo sviluppo del nostro Sistema Paese.

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