domenica 17 marzo 2013

Paura della conoscenza



di
Francesco Zanotti

Forse il dato più distintivo delle attuali classi dirigenti è la paura, oserei dire il disprezzo, verso la conoscenza. Operativamente: un rifiuto molto dannoso.
Devono gestire (governare verso lo sviluppo) sistemi umani, perché non hanno alcun desiderio e non fanno nulla per conoscere, innanzitutto, lo stato dell’arte delle scienze umane? Ne faccio un elenco, ovviamente non completo: psicologia, linguistica, sociologia, economia, politica, antropologia, filosofia, storia e, aggiungo, religioni?
Queste aree di conoscenza sono in profonda evoluzione sia a causa della loro palese insufficienza (come l’economia), ma, soprattutto, sotto la spinta delle scienze naturali che offrono nuovi linguaggi e paradigmi. Ne cito uno solo: la fisica quantistica. Come fanno ad esserne completamente all'oscuro?
Esiste una meta-conoscenza che si chiama sistemica che dovrebbe essere una scienza dei paradigmi che pesca da ogni area di conoscenza e cerca di costruire una meta conoscenza che dovrebbe generare un grande progresso in tutte le altre conoscenze “specialistiche”. Come fanno a non saperne proprio nulla quando, ad esempio, la teoria dei sistemi auto poietici permetterebbe di capire la probabile evoluzione del nostro sistema politico e le vere origini dell’attuale crisi economica?
Il problema è che in una democrazia “competitiva” non c’è tempo per la conoscenza. Tutto il tempo è impegnato a combattere l’avversario. Con buona pace dello sviluppo.

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