venerdì 29 marzo 2013

Delegittimare o studiare?


di
Francesco Zanotti





Tu non sei presentabile, io sì! Io devo difendere la mia storia passata. Sono stato un uomo integerrimo … Il tuo passato, invece, è almeno “oscuro”, non sei un uomo integerrimo.
I media sono pieni di questo sforzo di legittimare se stessi perché “buoni” e delegittimare gli altri perché “cattivi” …

Allora guardiamo alla situazione di questo Paese e del mondo. E, poi, guadiamoci negli occhi per riuscire a leggere l’animo profondo.
Noi, che ci legittimiamo e delegittimiamo gli altri, facciamo parte, da tanti anni, della classe dirigente di questo Paese. Dovremmo, allora, tutti, auto-delegittimarci perché non possiamo chiamarci fuori: siamo noi che abbiamo costruito la situazione in cui viviamo. Più siamo classe dirigente, più dobbiamo sentire il peso di un fallimento che, prima che di risultati, è di vita.
Ma riconoscere il fallimento non basta! Poiché, non certo con merito, facciamo ancora parte di questa classe dirigente, ci dobbiamo assumere la responsabilità di trovare una strategia capace di costruire un nuovo sviluppo etico ed estetico. Il primo passo è inevitabilmente uno solo: cambiare noi stessi. Non è retorica, vi è una precisa “cosa” da cambiare immediatamente: i nostri sistemi di conoscenze. Immersi in una continua ed asfissiante battaglia di delegittimazione reciproca, ci siamo persi nel gorgo del non conoscere. Abbiamo snobbato tutte le conoscenze che l’uomo ha prodotto negli ultimi decenni. Siamo rimasti con quelle stesse due idee in croce che ripetiamo da decenni, che ci impediscono di vedere i segni dei tempi futuri, che ci impediscono di progettare un nuovo mondo. Allora la prima cosa da fare per riuscire a costruire una nostra reputazione presso le generazioni future è semplice: studiare! Acquisire tutte le conoscenze che sono indispensabili per svolgere realmente il nostro ruolo di classe dirigente e che ci mancano quasi totalmente.

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