di
Francesco Zanotti
Ho
letto un articolo di Giulio Tononi sulla Domenica del Sole24Ore. E poi ho
ripreso in mano il suo libro dove parla della Coscienza: “PHI Un viaggio dal cervello
all’anima”. Due citazioni e qualche commento su progettualità e digitale.
Giulio Tononi è uno scienziato di fama internazionale,
non uno Zanotti qualunque.
Allora la sua voce è autorevole, la sua
opinione è una di quella su cui vale la pena di riflettere.
Ed allora ecco due spunti di riflessione:
uno dal libro ed uno dall’articolo.
Riporto da pag. 330 della versione in
Italiano del libro.
Il protagonista del libro è Galileo. Il testo
è parte di una risposta di galileo ad una domanda che non è importante per
capire il testo citato: “Ho imparato che conosciamo il mondo solo per come è
costruito dal nostro cervello, a sua immagine e somiglianza. Che tutto è nel
cervello e non solo il colore e il gusto, ma anche lo spazio e il tempo, la
massa e il numero e l'estensione.”. E poi “Ho imparato che il nostro io dovrebbe
essere abbastanza grande per poter ospitare i nostri amici”.
Ragazzi, oggi il problema è che i mondi
che ci sono nel nostro cervello sono troppo poveri per contenere una parte
significativa del mondo esterno a noi. E il problema peggiora se ci rendiamo conto
che noi poi agiamo nel mondo per cambiarlo, farlo evolvere. Peggiora perché i
nostri progetti di azione nel mondo sono ancora più poveri. E, disponendo della
tecnologia attuale, rischiamo di distruggere questo mondo con interventi
scriteriati. E distruggere con esso i
nostri amici delle cui identità rischiamo di vedere solo simulacri banali. Non
è che anche i progetti sono parte della coscienza?
Citazione dall’articolo del Sole24Ore ...
Tononi sostiene che nessuna macchina di Turing (Tononi, in realtà parla solo di
macchine con l’architettura disegnata da Von Neumann, ma credo sia più corretto
parlare di macchine di Tuning) potrà mai essere dotata di coscienza. Parentesi forse
non inutile: tutti i computer attuali e protettandi, sono macchine di Turing.
Che significa? Che immaginare di simulare
la realtà con un computer è solo simulare le parti più banali della realtà. Il computer
è l’apoteosi della visione del mondo della società industriale. Usiamolo, ma andiamo
oltre. Il digitale è un mondo utilissimo, ma banale. Non può generare progetti
ed amare gli amici.