di
Francesco Zanotti
Potrà anche sembrare un antipatico “radical chic”,
ma non ha tutti i torti.
Oggi il Sole si chiede perché si insiste a
voler prestare soldi alla Grecia senza prima ristrutturare il debito. Tanto,
poi, occorrerà farlo perché in questo modo il debito è destinato a crescere
esponenzialmente, non linearmente. Ed essere sempre meno rimborsabile.
La risposta è che alla base della scelta non
vi è una razionalità economica, ma una volontà politica.
Anch’io ritengo sciocco dare più di ottanta
miliardi alla Grecia e costringerla ad usare circa la metà per restituire
debiti in scadenza. Ed è in questo che mi allineo a Varoufakis.
Ma non sono d’accordo sulla interpretazione. Non
credo sia un problema politico, ma cognitivo. Le classi dirigenti si appiattiscono
su di una teoria economica che non ha alcuna legittimità né teorica né sperimentale.
E perché lo fanno? Perché non riescono ad accettare di non essere imparate. Non
accettano che esistano cose che non conoscono (o che le cose che conoscono sono
sbagliate). Non accettano che tutti noi si debba essere costantemente in
atteggiamento di ricerca, riflessione e studio. Sono oberate da quello sforzo
di auto rappresentazione che ritengono indispensabile per continuare ad essere
classe dirigente.