di
Francesco Zanotti
Il lettore ci permetta di affrontare questo
tema, delicato ma decisivo, attraverso una storiella …
Si immagini di rivolgersi ad un nobile ricco del
‘700 (anche lungimirante e grazioso … ad esempio il Giovin Signore del Parini)
e proporgli: “Ma perché continui ad usare le carrozze? Sono puzzolenti (a causa
dei cavalli), lente e scomode. Pensa, esiste una nuova invenzione che si chiama
motore a scoppio. Utilizzando il motore a scoppio puoi essere molto più veloce,
viaggiando molto più comodo e senza la puzza dei cavalli.
Quello che viene detto al Giovin Signore è
certamente vero. Ma non è tutto il vero. Anzi è solo un piccolo pezzettino!
Infatti non gli si dice che … intorno al motore ci deve essere l’automobile. E
questa per partire ha bisogno di carburante. Che deve essere disponibile per
tutto il viaggio! E, poi, devono esserci le officine di manutenzione. E gli
autogrill. E, poi, che con questa automobile può cambiare radicalmente la sua
vita personale e professionale. Che il concetto di motore può generare molte
altre cose oltre all’automobile …
Forse qualche volta, invece di non dire, si dice
male: si spaccia il motore per tutta l’automobile. Si dice che acquistare il
motore, è (quasi) come acquistare l’automobile.
Il Giovin Signore ascoltando quel messaggio (e
non essendo sprovveduto, ma avendo intuito le cose che non vengono dette),
avrebbe comprato il motore? Be’ forse qualche Giovin Signore (particolarmente
signore) forse sì! Ma sporadicamente! Ed è probabile che, poi, si sarebbe
sentito in qualche modo, se non turlupinato, tradito da una sprovvedutezza
professionale così grave da “confondere” il motore con l’automobile.
Perché siano molti i Giovin Signori (possono
essere davvero tutti perché tutti ne hanno abbastanza di carrozze puzzolenti) a
utilizzare motori in modo proficuo, non si devono vendere motori, ma automobili.
Non tecnologie, ma significati.
E significati nuovi.
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