di
Francesco Zanotti
Andrea Ichino sul Corriere della Sera di martedì 28 maggio sostiene che “Mentre si
discute delle regole del gioco [...] il governo potrebbe usare il suo tempo
raccogliendo dati e sperimentando riforme su piccola scala che poi forniranno utili
informazioni .. “ per decidere come impostare grandi riforme".
In particolare, sostiene la necessità di effettuare, anche in campo sociale,
sperimentazioni controllate, come si fa in campo medico "per valutare gli
effetti delle terapie”.
Credo che l’impostazione sia …. Insomma
non so che aggettivo mettere, per non sembrare aggressivo … Allora dico,
semplicemente: sbagliata.
Infatti, si usa come riferimento il modello di ricerca della fisica
classica che grazie alle intuizioni di Galileo, ha generato la stessa fisica
classica e la società industriale.
Ma questa modalità di ricerca/conoscere non va bene per i sistemi
sociali. Non bene anche per tutti i sistemi fisici.
Provo ad indicare alcune ragioni, anche se molto sommariamente, che
sostengono questa mia affermazione.
Innanzitutto, sistemi sociali danno risposte alle domande che gli
vengono poste. In realtà, anche la natura si comporta nello stesso modo.
Questo significa che quando scelgo una situazione controllata, faccio
una scelta che dipende dal sistema cognitivo di cui dispongo. Una situazione
controllata non è isomorfa alla società nel suo insieme, ma è una rappresentazione
del sistema cognitivo dello sperimentatore. Questo significa che le risposte
che raccolgo in una situazione controllata, mi permettono di trovare
leggi (io direi solo correlazioni statistiche e non leggi) che valgono solo in
quella situazione. Non possono essere estrapolate alla società nel suo
complesso.
Di più: il risultato che ottengo non dipende solo dalle domande, ma dal modo
(dal processo) con cui le formulo. Questo significa che le risposte sono co-create
dallo sperimentatore.
Siamo su un blog, non è possibile un approfondimento maggiore.
Rimane la domanda: che fare?