giovedì 4 maggio 2017

La scienza bistrattata a Milano

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per bottiglie d'acqua

Poi davvero non lamentiamoci
Le classi politiche ed intellettuali milanesi vogliono parlare di innovazione scientifico-tecnologica, ma inanellano strafalcioni su strafalcioni. Costruendo un loro pensiero scientifico che definire “fake” è essere magnanimi. Ragazzi è un casino!

Il Sindaco di Milano parla dell’ “Osservatorio Milano 2017” e sostiene (fonte Corriere della sera di oggi, pagine milanesi) magnificando della nostra città la grande modernità e la consapevolezza non banale del proprio ruolo internazionale. Ed aggiunge “Questo cammino dovrà continuare registrando ogni anno l’andamento delle principali realtà milanesi non più sull’onda di sensazioni o giudizi di parte, ma sulla base di una misura verificata dal punto di vista scientifico”.
Dove stanno le sciocchezze scientifiche?
Lo si scopre quando prima si cerca di capire cosa vuol dire "registrare misurando scientificamente”.
Possiamo non approfondire dicendo che si tratta di una cosa misteriosa che sanno fare gli “esperti” e noi ne prendiamo atto e usiamo i risultati di questa registrazione.
Ma sarebbe come nascondere la testa sotto la sabbia. Invece, dobbiamo guardarci dentro perché il processo del “misurare scientificamente”, nel caso di realtà complesse, ottiene risultati quasi opposti a quelli che il Sindaco si attende. Non è un processo che porta a risultati oggettivi e indiscutibili, ma è infarcito di soggettività. E’ infarcito proprio di quelle sensazioni o giudizi di parte che si vogliono eliminare.
Andiamo a scoprire questa soggettività.
Per misurare scientificamente un qualunque aspetto di una realtà complessa come una città, dobbiamo sapere come è fatta. Dobbiamo scegliere un modello di quello che vogliamo misurare. Ora, a meno che la cosa da misurare non sia il numero di scarpe del sindaco, in ogni sistema complesso la scelta di un modello per descriverlo è assolutamente soggettiva e non oggettiva. Cioè: la prima soggettività emerge nella scelta delle cose da misurare.
Poi dobbiamo scegliere un’unità di misura e definire il processo di misura. Ed anche qui, soggettività a palla.
Da ultimo la soggettività delle soggettività: il processo di misura di un sistema complesso (ripeto, questo non vale per le scarpe del sindaco) costruisce la misura che ottiene. Un po’ come se la caratteristica da misurare fosse la forma dell’acqua. La forma non è una proprietà intrinseca dell’acqua. Ma è una proprietà che emerge dal processo di misura del suo volume che consiste nel metterla in un recipiente.
Conclusione: ma come possiamo pensare che guidi la città verso l’innovazione tecnico-scientifica (se è questo che si vuole) chi è analfabeta di scienza? E come pensiamo possa evidenziare questo problema un sistema di forze politiche che condivide una profonda ignoranza scientifica?

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