di
Francesco Zanotti
Tutti dicono che oggi vincerà Macron. Forse hanno
ragione, salvo sorprese. Tutti i benpensanti dicono che sarà la salvezza dell’Europa
… E qui non si capisce il perché … Le elezioni sono la storia di battaglie che
sono fine a loro stesse. Ai vincitori diamo medaglie, anche d’oro, ma non
potere di governare.
Pensare che sia importante che a vincere sia una persona
di destra o di sinistra è come chiedersi se può guidare con maggiore efficacia
una Formula 1 un politico/a di destra o di sinistra. E chi lo sa? L'ipotesi più probabile è che siano tutt’e
due piloti incompetenti.
Insomma, bisogna piantarla
con due miti: uno contingente (di questi giorni) e uno “stabile” perché ce lo
portiamo dentro da decenni.
In ogni battaglia elettorale l’obiettivo è vincere. Oggi la vittoria è addirittura solo il non far vincere l’avversario.
Quello “contingente”: è
importante il risultato delle elezioni francesi. Non è vero, per costruire il
futuro è indifferente chi vince tra due candidati … troppo “non sapenti”.
Il mito che ci opprime da
quasi sempre: Le lezioni sono il momento più alto della democrazia. Non è vero:
le elezioni sono la degenerazione banalizzante della democrazia. Fino a che
democrazia significa: tutti siamo responsabili, insieme, del nostro futuro
collettivo.
Ecco il ragionamento …In ogni battaglia elettorale l’obiettivo è vincere. Oggi la vittoria è addirittura solo il non far vincere l’avversario.
Poi chi vincerà domani si
troverà davanti a “giochi” che non hanno nulla a che vedere con i dibattiti
elettorali.
Le elezioni non sono una
farsa, ma un gioco autoreferenziale fine a se stesso. Il che è peggio.
Non è vera la vulgata pro Macron
che se vince lui l’Europa è salva. Non si sa neppure che tipo di Europa è
quella che deve salvare.
Non è vero che se vince la
sua Avversaria l’Europa è finita. Non si sa che tipo di Europa finirebbe.
E allora?
Occorre un nuovo impegno
politico: una nuova progettualità sociale diffusa. Che le “elezioni” siano
questo momento di progettualità non una battaglia un po’ infantile tra
personaggi dopo tutto sempre più mediocri.
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