di
Francesco Zanotti
A costo di sembrare una Cassandra, ricordo ai nostri
lettori che mi sono permesso di giudicare Obama e Renzi volenterosi velleitari
quando sono stati eletti, non ora che sono caduti. Ora mi sembra proprio che Macron
completi il trio.
Non c’è molto da dettagliare.
Si tratta di personaggi rispettabilissimi, dai propositi ineccepibili, ma
velleitari. Cercano di supplire con l’impegno e la buona volontà ad una mancanza
di visione e progetti. Dobbiamo, allora, tornare ai vecchi tromboni (quelli
della mia generazione) del passato? Certo che no: Dio ce ne scampi e liberi!
Dobbiamo, però, fornire loro
le conoscenze che possano trasformare il velleitarismo in una nuova filosofia
di governo. Che in estrema sintesi è: le
classi dirigenti non devono vincere elezioni o competizioni economiche. Devono,
invece, avviare e portare a sintesi nuovi percorsi progettuali, sia nelle imprese
che nella cosa pubblica.
Nuovi leader, cendete dai palchi,
affrancatevi dagli slogan e immergetevi nella gente e nella conoscenza.
Cari “ragazzi” della mia
generazione, facciamo scuola. Un esempio potrebbe essere Don Milani di cui si parla
in questi giorni. Egli diceva: io non dico ai poveri cosa fare. Io fornisco
loro conoscenza (la lingua diceva lui). Poi sapranno loro cosa fare. Cari “ragazzi”
della mia generazione forniamo conoscenza a questi nuovi poveri che oggi sanno davvero
solo saltabeccare per palcoscenici reali o virtuali. Cercando di vincere
elezioni, non sapendo bene che farsene della vittoria.
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