di
Francesco Zanotti
Ma la spesa pubblica non era un costo da ridurre? Sembra di
sì e di no…
Oggi Federico Fubini sul
Corriere rivela come siamo giunti ad avere un PIL un po’ maggiore di quello
previsto. Il contributo non è venuto dalle esportazioni che sono diventate inferiori
alle importazioni, ma, ecco la sorpresa, dalla spesa pubblica. Sì perché, per
chi non lo sapesse, nella formula del PIL c’è anche le spesa pubblica! Più
spesa pubblica uguale più PIL.
Allora dobbiamo ringraziare
il fatto che la “spending review” non funziona così bene?
Poi l’articolo dice anche di
più … ma mi fermo a questo dato che rivela l’assurdità contenuta nella formula
del PIL, quindi nel concetto steso di PIL.
In sintesi, più lo Stato
spende più il Paese dice di guadagnare. Ovviamente il debito pubblico non può
che aumentare, come sta facendo, perché è necessario finanziare l’aumento della
spesa pubblica. E’ il risultato dell’azione di un Governo che si vanta di aver
aumentato il PIL tralasciando il fatto che ci è riuscito grazie alla spesa
pubblica che, d’altra parte, si era impegnato a ridurre.
Conclusione: oggi siamo dotati
di una coperta troppo corta che stiracchiamo da una parte e copriamo quella
parte. Ma subito ci accorgiamo che ne abbiano scoperta un’altra ed allora
tiriamo da quest’altra parte … Il problema è che la coperta sta diventando
sempre più corta, più lisa e noi dobbiamo tirarla sempre più forte. Non può che
finire per rompersi.
Soluzione? Dobbiamo rinnovare
la nostra proposta di beni servizi e conoscenza. Serve una nuova stagione di
progettualità. Come d’altra parte sostiene anche Vittorio Gregotti, parlando di
altri temi, sempre sul Corriere.
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