venerdì 16 dicembre 2016

Non solo i politici, ma anche i commentatori sembrano impotenti

di
Francesco Zanotti

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Oggi è uscito, in prima pagina sul Sole24Ore, un editoriale di Adriana Cerretelli che, commentando  il 45° summit Europeo, denuncia l’immobilismo dei leader europei. Manco più la “foto di famiglia” conclusiva hanno fatto, commenta amaramente. La denuncia è documentata, ma poi il nulla.

L’editoriale di Adriana Cerretelli indica con grande completezza e consapevolezza, tutte le questioni politiche ed economiche aperte (problemi epocali) che richiederebbero risposte immediate e, possibilmente unitarie, da parte del leader Europei. Il problema è che le risposte a queste vengono, invece, vertice dopo vertice rimandate. Non tedio il lettore ripetendo i contenuti dell’articolo.
Voglio soffermarmi, però, sulla “chiusa” che mi sembra più preoccupante delle stesse gravisime questioni aperte.
Conclude il suo editoriale Adriana Cerretelli: “C’è solo da sperare che, finita la febbre elettorale, ritrovi (il soggetto è: l’Europa) in un modo o nell’altro se stessa.”:

Ritengo questa chiusa più preoccupante dei problemi stessi perché, innanzitutto, porta a riflettere che se davvero il momento chiave della democrazia, cioè le elezioni, sono così dannose (impediscono che si affrontino i problemi), tra le questioni aperte c’è anche quella del senso e della funzione della democrazia rappresentativa.
Ma, soprattutto, mi sembra preoccupante perché denuncia che non sappiamo da dove viene questa incapacità ad affrontare le questioni aperte. E tanto meno sappiamo come eliminarla. Se si dice “c’è da sperare” si dichiara impotenza.


Risuona con questa tesi l’opinione espressa dal Ministro Orlando, sempre sul Sole24Ore di oggi: “ … rischiamo (all’interno del PD) di avere più candidati che idee. “.

Conclusione: alla impotenza dei politici si affianca l’impotenza dei commentatori …

Esistono tentativi di reazione, ma conducono a soluzioni che sono peggio del problema.
La prima soluzione è nasce dal pensare che le classi dirigenti hanno il loro bell’interesse all’immobilismo. Così ragionando, però, si finisce nel complottismo e in violente derive rivoluzionarie.
La seconda soluzione è quella delle risposte semplificanti che, però, conducono a populismi che possono anch’essi diventare aggressivi generare le stesse violente derive rivoluzionarie.

E noi che disertiamo intorno all’impotenza, che facciamo per superarla?
La risposta è semplice: basta seguire il nostro blog ed emerge la nostra risposta. Il problema consiste nelle risorse cognitive usate da politici e commentatori: non bastano. Sono così anguste che non permettono una visione complessiva della situazione attuale, ma costringono all’impotenza o alle derive complottiste o populiste che sono parenti stretti.
La soluzione non è cambiare le classi dirigenti, ma dare loro nuove risorse cognitive. Il primo risultato dell’usare nuove risorse cognitive sarebbe quello di accorgersi che le questioni aperte appaiono come problemi perché sono la conseguenza di non aver ascoltato le mille potenzialità di futuro (i Segni dei Tempi futuri) che si stanno alzando alti e forti. La conseguenza dello snobbare quelle risorse “poietiche” per potrebbero far emergere una nuova economia ed una nuova società. Infatti, le potenzialità non sfruttate si trasformano inevitabilmente in problemi. I problemi, le questioni che stiamo affrontando.
Ma quali sono queste risorse cognitive? Davvero in questo blog ne parliamo continuamente e diffusamente …


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