di
Francesco Zanotti
Si tratta del film “Benvenuto Presidente”. E’ la parodia
di un intero universo politico. Ci sono tutti: i Poteri forti, la mafia, i
servizi deviati, tre politici corrotti a capo delle tre aree politiche che
contano si combattono in pubblico, ma poi costituiscono una cupola affaristica …
E, poi, il finale è saggio.
Si tratta della storia di un
povero pescatore che ha la fortuna (o la sfortuna) di chiamarsi Giuseppe Garibaldi.
Si tratta di eleggere il Presidente della Repubblica, ma questa volta i tre politici corrotti non riescono
a mettersi d’accordo. Per fare vedere i “muscoli”
ognuno agli altri, decidono, ognuno per contro proprio, di far votare a tutti i
loro deputati e senatori un nome simbolico. Purtroppo (o per fortuna) scelgono
tutti lo stesso nome che sembra loro davvero solo simbolico: Giuseppe Garibaldi,
appunto.
Giuseppe Garibaldi supera il
quorum per essere eletto e si scopre che in realtà un Giuseppe Garibaldi
eleggibile c’è davvero. E’ il Bisio pescatore di montagna. L’elezione di
Giuseppe Garibaldi alla Presidenza della repubblica diventa effettiva.
Bisio\Garibaldi viene portato
al Quirinale e qui inizia una serie di gustosi eventi che, come dicevo poco sopra, costituiscono
una sottile parodia di tutto un universo politico.
Per dare qualche idea di
quanto sia scoperta e di buon gusto la parodia, si pensi che i Poteri forti sono
persone. Quando i politici corrotti vengono convocati da questi poteri forti
arrivano in una grade sala al centro della quale vi è una tavola imbandita i
cui commensali sono: Pupi Avati, Lina Wertmuller, Steve Della Casa e Gianni Riondino.
Essi certo non cercano di comunicare il mistero dei poteri forti. E finisce
tutto in farsa sussurrata, sorrisa, mai gridata.
Bisio Garibaldi smonta tutta
la vecchia politica, raccoglie un consenso inusitato, ma alla fine si dimette.
E la ragione è cristallina, quasi profetica. “Uno come me - dice Bisio-Garibaldi
va bene per rompere gli equilibri. Ma poi per ricostruire ci vuole gente molto
più preparata …”.
Salvini, Grillo, Renzi
(sociologicamente non c’è differenza), nel passato Berlusconi, ancora più indietro
il Guglielmo Giannini dell'Uomo qualunque, vanno forse bene per smontare il
presente e farsi eleggere. Poi quando devono costruire dimostrano loro e i loro
seguaci, quasi ogni giorno, che per riuscirci ci vuole davvero gente molto più preparata
…
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