domenica 16 ottobre 2016

In difesa di Toni Negri

di
Francesco Zanotti

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Il gioventù è stato certamente un cattivo maestro. Altrettanto certamente il suo pensiero e il suo agire di allora hanno contribuito alla catastrofe del terrorismo. Ma poi ha scritto, insieme a Michel Hard tre libri bellissimi.

Antonio (Toni) Negri è noto come uno dei “cattivi maestri” che hanno dato forza teorica alla narrazione del terrorismo. Solo per questa sua colpa (non ha mai né sparato, né rapinato) è stato condannato a dodici anni di reclusione. Tra immunità parlamentare, fughe all’estero, carcere e semilibertà, la sua vicenda giudiziaria è finita nel 2003. Il processo (il famoso processo 7 aprile) e la condanna sono state oggetto di furiosi dibattiti. Negri dice che fu condannato per reati di opinione. Anche l’allora Ministro degli interni Francesco Cossiga (il cui cognome veniva allora scritto con la “K”: Kossiga) che pur aveva formulato le leggi attraverso le quali è stato condannato sostenne che “l'arresto di Negri «fu un'ingiustizia (...), ha pagato un prezzo sproporzionato alle sue responsabilità» e «fu una vittima del giacobinismo giustizialista»” (fonte Wikipedia).
Io non voglio prendere posizioni sulle vicende giudiziarie dell’uomo Negri. Anche se mi sembra stupido che una società tolga solo ora, dopo decenni, il vitalizio parlamentare ad un uomo di 79 anni. Giacobinismo giustizialista davvero.
Voglio invece parlare dei suoi ultimi tre libri: Impero, Moltitudine e Comune.
Sono tre libri splendidi che descrivono (uso parole mie) con profondità culturale e con sensibilità emozionante la crisi della società industriale (che egli vede come crisi del liberalismo); in Impero, l’emergere di moltitudini e il processo di scoperta della prospettiva del bene comune (eliminando la contrapposizione tra pubblico e privato) per rivoluzionare il mondo ripartendo dalla povertà, dall’amore e dall’uomo.
Se le classi dirigenti leggessero questi libri troverebbero uno dei bandoli per sbrogliare la matassa del futuro …
Ma, ovviamente non li leggerà nessuno, tutti impegnati a cercare di vincere un referendum banale.


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