di
Francesco Zanotti
Il terremoto di Lisbona del
1° novembre 1775 segnò così profondamente l’animo di Monsieur Arouet (Voltaire)
che gli dedicò un poema di grande angoscia che termina così:
Una volta un
Califfo, alla fine di sua vita,
al Dio che adorava
rivolse una preghiera:
“Ti porto, unico
Dio, che limiti non hai,
quel che non hai
nel tuo potere immenso
i difetti, i rimpianti, il male e
l’ignoranza.”
Ma aggiungere
poteva: la speranza.
Il “Poema sul disastro di
Lisbona” divenne una pietra miliare della condanna dell’ancien regime.
Poi l’angoscia crebbe e
Voltaire scrisse il Candide dove anche la speranza era destinata a morire.
Il Candide è, come tutti
sanno, un’opera di satira. Ma contro l’ignoranza e l’illusione.
Speriamo che nessuno usi la
satira verso i nostri fratelli morti ... Sarebbe solo una banale ed infantile
crudeltà dal Paese che ha insegnato al mondo “Libertè, egalitè, fraternitè”.
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