venerdì 2 settembre 2016

Voltaire, il terremoto e la satira


di
Francesco Zanotti



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Il terremoto di Lisbona del 1° novembre 1775 segnò così profondamente l’animo di Monsieur Arouet (Voltaire) che gli dedicò un poema di grande angoscia che termina così:

Una volta un Califfo, alla fine di sua vita,
al Dio che adorava rivolse una preghiera:
“Ti porto, unico Dio, che limiti non hai,
quel che non hai nel tuo potere immenso
 i difetti, i rimpianti, il male e l’ignoranza.”
Ma aggiungere poteva: la speranza.

Il “Poema sul disastro di Lisbona” divenne una pietra miliare della condanna dell’ancien regime.
Poi l’angoscia crebbe e Voltaire scrisse il Candide dove anche la speranza era destinata a morire.
Il Candide è, come tutti sanno, un’opera di satira. Ma contro l’ignoranza e l’illusione.
Speriamo che nessuno usi la satira verso i nostri fratelli morti ... Sarebbe solo una banale ed infantile crudeltà dal Paese che ha insegnato al mondo “Libertè, egalitè, fraternitè”.

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