di
Francesco Zanotti
Tuti i movimenti di
contestazione raccolgono nei momenti di crisi grandi consensi. E lo fanno tanto
più quanto più la contestazione è fondata, colorata e urlata. La ragione è che
la contestazione accomuna persone e gruppi anche estremamente diversi,
accumunati dal contrapporsi all’esistente. Quando il “nemico” è vinto, la
diversità affiora fino al conflitto tra vincitori. Anche Russia, USA e Gran
Bretagna di trovarono alleate contro la Germania, salvo poi contrapporsi
duramente e subito dopo la vittoria, fino a rischiare una catastrofe nucleare
La selezione della classe
dirigente, poi, è fatta in termini di capacità di contestare. Quando questa
classe dirigente si trova al Governo dimostra quanto è vera la massima: per un
martello il mondo è fatto di chiodi. Per loro fare politica è contestare non
progettare. E così finiscono per contestarsi tra di loro.
Sarebbe possibile dare una
interpretazione più profonda del perché la protesta non può fare nascere la
proposta, usando la teoria dei sistemi autopoietici, ma forse un blog non è il
luogo per farlo.
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