martedì 7 giugno 2016

Perché si vuole vincere alle elezioni?

di
Francesco Zanotti

Vi siete mai chiesti perché si pensa sia importante vincere alle elezioni? La risposta è molto triste.
Per descrivere questa tristezza torniamo alle elezioni politiche del 1948. Allora si confrontavano sostanzialmente due parti che rappresentavano due visioni del mondo contrapposte. Chi parteggiava per una giudicava drammatica l’altra. Forse è stata davvero una battaglia per la libertà. Dove, però, anche in questo caso, la vittoria della libertà ha messo all’angolo le ragioni dell’altra. In ogni caso si è trattata di una battaglia tra giganti. Giganti erano i contendenti a livello mondiale (USA e URSS), giganti erano i protagonisti a livello locale (De Gasperi e Togliatti). Uomini giganti per cultura e storia, per “virtute e canoscenza”.
Allora arriviamo ad oggi. Non vi è nessuna libertà in pericolo e i programmi sono poco più che elenchi di cose da fare che è difficile distinguere gli uni dagli altri. I protagonisti sono persone degne o ragazzi volenterosi, ma nessun gigante in “virtute e canoscenza”.
Non vi è nessuna ragione forte per scegliere gli uni agli altri.
Ma se sono grigi e vogliono quasi le stesse cose perché vogliono vincere gli uni sugli altri? Non ce ne dovrebbe essere alcuna ragione.
Invece le ragioni ci sono e sono queste ad essere ragione di tristezza. Si millanta una ingenua diversità etica che è solo inconsapevolezza della complessità. Si desidera la ribalta per insicurezze personali. Ingenuità e guittismo, qualche volta mischiati solo le ragioni. Ragioni tristi appunto.

Guittismo … vi siete mai chiesti quanti membri dell’attuale Governo abbiano calcato in qualche modo le scene? Tv, cinema ... per quanto ne so io, almeno tre …

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