di
Francesco Zanotti
Vi siete mai chiesti perché si
pensa sia importante vincere alle elezioni? La risposta è molto triste.
Per descrivere questa
tristezza torniamo alle elezioni politiche del 1948. Allora si confrontavano
sostanzialmente due parti che rappresentavano due visioni del mondo
contrapposte. Chi parteggiava per una giudicava drammatica l’altra. Forse è
stata davvero una battaglia per la libertà. Dove, però, anche in questo caso,
la vittoria della libertà ha messo all’angolo le ragioni dell’altra. In ogni
caso si è trattata di una battaglia tra giganti. Giganti erano i contendenti a
livello mondiale (USA e URSS), giganti erano i protagonisti a livello locale
(De Gasperi e Togliatti). Uomini giganti per cultura e storia, per “virtute e
canoscenza”.
Allora arriviamo ad oggi.
Non vi è nessuna libertà in pericolo e i programmi sono poco più che elenchi di
cose da fare che è difficile distinguere gli uni dagli altri. I protagonisti
sono persone degne o ragazzi volenterosi, ma nessun gigante in “virtute e
canoscenza”.
Non vi è nessuna ragione forte
per scegliere gli uni agli altri.
Ma se sono grigi e vogliono
quasi le stesse cose perché vogliono vincere gli uni sugli altri? Non ce ne dovrebbe
essere alcuna ragione.
Invece le ragioni ci sono e
sono queste ad essere ragione di tristezza. Si millanta una ingenua diversità
etica che è solo inconsapevolezza della complessità. Si desidera la ribalta per
insicurezze personali. Ingenuità e guittismo, qualche volta mischiati solo le
ragioni. Ragioni tristi appunto.
Guittismo … vi siete mai
chiesti quanti membri dell’attuale Governo abbiano calcato in qualche modo le
scene? Tv, cinema ... per quanto ne so io, almeno tre …
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