venerdì 10 giugno 2016

Decisionismo, mediazione, progettualità e guittismo

di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC

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Credo che nessuno possa contestare il fatto che la nostra società sta diventando sempre più complessa. Il che significa sempre più attori, individuali e collettivi, con desiderio e risorse per diventare protagonisti della costruzione del futuro.
Come gestire questa complessità?
Se lo si fa con il decisionismo non si cava un ragno dal buco. Si può cercare di imbrigliare tutti coloro che hanno voglia di diventare protagonisti del futuro con il primitivo strumento de “la maggioranza ha ragione”. Ma si riescono a prendere solo decisioni su materie irrilevanti (le riforme istituzionali) o decisioni ideologiche (il Jobs Act). E, poi, chi ha perso cercherà la rivincita in una rincorsa senza fine a cambiare quello che l’avversario politico ha cambiato.
Se si usa la mediazione non la si finisce mai … Ma anche col decisionismo non la si finisce mai. Si riesce a prendere decisioni, ma che poi vengono continuamente rimesse in discussione dell’alternarsi inevitabile dei vincitori delle diverse tornate elettorali.
Rimane la progettualità sociale che è il miglior modo per avere grandi idee e realizzarli.
Purtroppo manca una classe dirigente capace di guidare processi di progettualità sociale, per riuscirci occorre rinunciare a ogni forma di guittismo a cui non riesce a rinunciare chi ricerca palcoscenici, battute e sceneggiate.


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