di
Francesco Zanotti
Mi limito a riportare qualche
riga dal prologo del libro “La lingua colora il mondo” di Guy Deutsher pubblicato
in italiano da Bollati Boringhieri.
“La
grammatica di alcune lingue semplicemente non è abbastanza logica per esprimere
idee complesse. Al contrario il tedesco è un veicolo ideale per formulare con
la massima precisione i più profondi concetti filosofici, dato che è un linguaggio
particolarmente metodico … Nei sui suoni sgraziati e privi di umorismo, non
risuona forse il passo dell’oca? Alcune lingue non hanno neppure il futuro
grammaticale, sicché coloro che le parlano non hanno la cognizione del futuro.
Per i babilonesi “Delitto e castigo” sarebbe stato un bel rompicapo visto che
per esprimere questi concetti la loro lingua adotta la medesima parola. Nelle
impervie intonazioni del norvegesi si coglie l’eco dei fiordi scoscesi e nelle
melodie lugubri di Čajkosvskij si possono udire le l
velari del russo. Il francese non è soltanto una lingua romanza, ma la
lingua romantica par excellence. L’inglese è un idioma adattabile, addirittura
promiscuo, e l’italiano - ah l’italiano.”
Davvero … ah
l’italiano … e la responsabilità di chi parla questa lingua che risuona della
nostra civiltà tutta.
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