di
Francesco Zanotti
Se non ha senso in una
campagna elettorale parlare di vittoria e sconfitta, tantomeno ha senso parlare
di vittoria e sconfitta in una guerra.
Oggi sembra che l’ISIS stia
perdendo. Ma i vincitori non sembrano meglio. Roberto Bongiorni sul Sole 24 Ore di
oggi rivela che dalla offensiva finale per la conquista di Falluja sono state
tenute fuori le milizie sciite per evitare rappresaglie verso la comunità
sunnita. Poi rivela che queste milizie sciite non sono proprio fatte da stinchi
di santo perché si sono già macchiate di crimini efferati verso i civili in
fuga.
Allora la conclusione è che gli
anti-ISIS potranno anche essere sconfitti. Ma i vincitori celebreranno la
vittoria su cumuli di macerie fisiche e umane che hanno essi stessi creato. Si
combatteranno tra di loro e la rabbia degli sconfitti troverà modo di
esprimersi altrove nutrendosi della rabbia di legioni di sconfitti da una
società primitiva come quella industriale.
Dopo tutto, anche i
vincitori della seconda guerra mondiale (i Paesi più “avanzati” del mondo) si
sono buttati in una lotta tra di loro che poteva diventare esiziale per tutto
il cenere umano. Poteva essere uno spargimento di sale nucleare su tutta la
Terra perché non produca più vita e conoscenza.
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