di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC
Intendo dire: dal punto di
vista della teoria dei sistemi. Analizzando la vicenda da questo punto di vista
si scopre che essa è alla fine più grave di quello che si pensa. Non credo che Regeni
sia stato ucciso per colpa del Governo egiziano. Ma credo, tuttavia, che la
colpa del Governo sia ugualmente piena: ogni governo forte crea le condizioni
per cui drammi del genere non possono che accadere.
Ora, io penso che possa
essere accaduto quanto è accaduto in Italia nel delitto Matteotti.
Quando si instaura un regime
forte (e tanto più il regime è forte tanto più questo accade) il Capo pensa e
cerca di tenere saldamente le redini di tutti. Ma non è vero. Il Capo certamente
può avviare attività repressive contro chiunque, ma non può controllare tutti i
comportamenti. All’interno dell’apparato dello Stato le persone hanno grande
autonomia. Come usano questa autonomia? Anche per interessi personali, ma soprattutto
diventano più realisti del re. Interpretano a modo loro le direttive del Capo,
arrivando anche ad azioni che il Capo non avrebbe approvato.
Così è accaduto sotto il regime
fascista dove un gruppo di appartenenti alla Ceka (la polizia segreta fascista)
ha preso autonomamente l’iniziativa di rapire Matteotti. E poi il rapimento è degenerato
nell’omicidio che ha messo in grave imbarazzo il regime.
E’ probabile che la stessa
cosa sia accaduta in Egitto. Il Governo è stato sorpreso dall’azione autonoma
di qualche gruppo più realista del re. Ed oggi non sa che pesci pigliare. Non ha
il coraggio di sconfessare i suoi uomini. Non può non farlo perché il
drammatico delitto Regeni non è cosa interna loro.
Io parlerei all’Egitto in termini
sistemici. Guardate ragazzi che so bene cosa è accaduto. Capisco il vostro
imbarazzo, ma tocca a voi uscirne. E ne dovete uscire con la verità. Che, però,
non è fatta di diavoli ed angeli, ma di governi che coltivano l’idea sistemicamente
sciocca del governo forte e, in questo modo e certamente senza esserne consapevoli,
aprono il campo all’azione di bande di criminali cognitivamente primitivi che
si insinuano negli apparati di ogni Stato “forte” e possono commettere una
infinità di nefandezze, che considerano un servizio ai progetti del Capo.
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