di
Francesco Zanotti
Due volte perdente.
La prima. Apparentemente sembra ragionevolissima la tesi di Padoan: per ridurre le tasse occorre ridurre anche le spese dello Stato. Invece è perdente. Infatti, si possono aumentare gli introiti dello Stato anche eliminando alcune tasse e diminuendo le aliquote. Basta che le imprese e le persone comincino a guadagnare molto di più. In questo caso, anche con aliquote più basse si incassano più soldi.
Ma è possibile farlo?
E qui arriva la seconda ragione per la quale scrivo che l’approccio Padoan è perdente. L’economista medio (e Padoan è tale) pensa che i guadagni delle imprese e, quindi, delle persone dipendano dai trend macro economici. Se siamo in crisi non aumenteranno, se lo sviluppo è alto e forte, invece sì! Partendo da questo punto di vista, però, vista la situazione attuale, prima che le imprese e le persone riescano a guadagnare molto di più … campa cavallo. E campa molto a lungo, per un tempo che rischia di diventare quasi eterno.
Ma l’ecomomista medio si sbaglia di grosso. La crisi complessiva è solo e soltanto la somma delle crisi dei sistemi d’offerta delle imprese: fanno cose che interessano sempre meno e le producono (soprattutto in Paesi come la Cina) in quantità e modalità tali da essere completamente incompatibili con la Natura.
Che fare? La risposta è semplice e di applicabilità immediata: rilanciare la progettualità strategica delle imprese perché rinnovino radicalmente i loro sistemi d’offerta. Producano delle cose che diventino segni della nuova società prossima ventura. Come erano segni di una nuova società i prodotti delle imprese che hanno costruito il nostro miracolo economico e come lo sono anche oggi i prodotti delle imprese che producono molta cassa. Quella con la quale si pagano sia le persone sia le tasse.
Ma le classi dirigenti si rifiuteranno anche solo di ascoltare questa prospettiva perché dovrebbero acquisire risorse cognitive di cui non dispongono: le conoscenze e le metodologie di strategia d’impresa. E le classi dirigenti attuali non hanno tempo per fare cose inutili come imparare. Il loro tempo è assorbito dallo sforzo di rimanere classe dirigente. E che il mondo che dirigono vada pure alla malora. Meglio dirigere un mondo che si spegne che rischiare di costruire un nuovo mondo dove magari il ruolo di classe dirigente perde di senso.
condivido totalmente, per risolvere la "crisi" in Italia dovrebbero nascere dieci apple al mese che producono cassa (tanta) e creano lavoro e indotto e pagano le tasse.
RispondiEliminaRiflettevo ancora che dal punto di vista del post di Francesco le - attese - sono sconfortanti, pensare che una intera classe dirigente si doti di nuove ed aggiornate risorse cognitive la vedo difficile e quindi? Cosa possiamo fare? Ogni sera ci dobbiamo sciroppare in TV ideologie superate, visioni e proposte autoreferenziali, jobact che servono solo a far parlare e non certo a creare lavoro (lavoro per decreto?). Mi piacerebbe poter fare di più che continuare a ripetere bravo Francesco tutto vero. Eppure se ci fosse la possibilità di impegnarsi per dimostrare che si può fare in modo diverso, più e penso che sarebbe importante e interesserebbe tante persone incluso me. Sarebbe bello se...
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