di
Francesco Zanotti

“Navigare in acque inesplorate”. E’ espressione
usata da Mario Draghi nel descrivere dove andremo a finire se la Grecia uscirà
dall’Euro.
Bene, io redo che in quella espressione vi sia
tutta la povertà di una classe dirigente che cerca una insensata stabilità.
Ne ho già parlato, ma è il caso di ripetere.
Da un lato, come si fa a desiderare di stabilizzare,
fermare nel tempo, una società con incredibili squilibri; con un sistema
produttivo che continua a costruire oggetti che interessano sempre meno,
costretto per questo ad una competizione che rischia di schiacciare sia chi
lavora che chi compra, incompatibile con la natura; con un sistema finanziario
completamente auto riferito; con un sistema politico .. altrettanto. Di più: con
mille tentazioni di un nuovo sviluppo e di una nuova conoscenza che sta
rivoluzionando la conoscenza della società industriale?
Dall’altro lato, quando mai la Storia dell’Uomo
ha navigato in acque conosciute? Ogni generazione umana si è trovata davanti un
futuro da costruire. Per definizione nessuna generazione umana può navigare in
acque conosciute. Sarebbe come voler fermare il tempo … Che Draghi abbia letto
Julian Barbour?
E per fortuna è così!
Perchè è solo quando i medioevi decidono di
navigare in acque sconosciute che emergono Rinascimenti. E noi abbiamo disperatamente
(perché la sua mancanza porterebbe alla disperazione) bisogno di un nuovo Rinascimento.
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