di
Francesco Zanotti
Da qualunque parte si guardi la nostra società è affetta dal morbo della disgregazione conflittuale. Soprattutto a livello politico-sociale.
E’ inutile perdersi in mille esempi. Basta citare i nomi: i
partiti politici, i movimenti sociali.
In realtà, la disgregazione è solo frutto di una
profonda incapacità di governo della complessità. Infatti. In una società
complessa nascono costantemente nuove esigenze che, tanto più la società è
complessa, tanto più sono “locali”, cioè parziali in termini di territorio,
issue etc.. Sarebbe necessaria una classe dirigente che costruisca sintesi. Ma
l’attuale classe dirigente non lo può fare perché manca delle risorse cognitive
necessarie per capire cosa di nuovo (anche se parziale) esiste in ogni persona
e in ogni nuovo movimento.
Allora accade che le persone e i movimenti non
ascoltati si riuniscano nella protesta. Ma quando è il momento della proposta
si disgreghino immediatamente perché non riescono a riconoscere e portare a
sintesi le novità reciproche. E la disgregazione è conflittuale perché ogni persona
o movimento vede nell'altro un traditore.
L’anno nuovo … Il nostro impegno è nel
sottolineare in ogni istante e in ogni dove il ruolo fondamentale delle risorse
cognitive e promuovere l’emergere di una classe dirigente che le riconosca e le
sappia usare per costruire nuovi grandi progetti che siano speranza per la
continuamente crescente complessità (quindi ricchezza) politico-sociale.
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