di
Francesco Zanotti
Mettete in fila tutte le parole che stanno
usando i nostri leader politici. Sarebbe un elenco, forse, breve, ma di intensa
banalità. Nessuna di questa parole prefigura la Storia futura. E quando lo fa,
si ferma alla retorica. Sembra che non abbiamo il coraggio di usare parole
intense.
Qualcuno, però, sta tentando il coraggio della
parola. Mi ha colpito molto l’ultimo libro di Antonio (Toni) Negri, scritto con
Michael Hardt: Comune. Oltre il privato
e il pubblico.
Cito una frase che suona come il loro manifesto:
“La moltitudine è un insieme di singolarità costituite dalla povertà e dall'amore
nella riproduzione del comune”.
Povertà ed amore alla base di un progetto
politico.
Allora ricordiamo ai nostri leader che saranno
veramente diversi dal passato se sapranno avere il coraggio di uscire dalla
banalità che li avvolge e tentare progetti politici che abbiamo l’intensità,
che si legge nelle parole povertà ed amore di quello Toni Negri, come tutti
ricorderanno, in passato il prototipo dei cattivi maestri.
Forse, però, non è un problema di coraggio.
Forse è che sono banali dentro. Come lo siamo noi che li accettiamo come
leader.
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