domenica 28 dicembre 2014

Noi contestiamo l’importanza delle riforme

di
Francesco Zanotti


Adriana Cerretelli oggi nel suo articolo di fondo sul Sole 24 Ore sostiene che nessuno contesta l’importanza delle riforme. Sbagliato! Noi le contestiamo per tante ragioni che solo il non voler ascoltare per partito preso può permettere di ignorarle.
Ne cito alcune e mi riservo di approfondire il discorso.
Prima ragione. Le riforme non servono a generare sviluppo economico perché, innanzitutto, non permettono di raggiungere un vantaggio competitivo sostenibile. E, poi, perché non ha senso cercare di costruire un vantaggio competitivo. E’ necessario progettare nuove imprese ed una nuova società e pensare a competere tarpa le ali.
Seconda ragione. Un contesto “formale” (istituzionale) non determina univocamente i comportamento economici e sociali. Nello stesso contesto si possono mettere in atto comportamenti economici e sociali anche opposti
Terza ragione. Le istituzioni sono sempre emergenti. Cioè sono la sintesi della costruzione di una nuova economia e di una nuova società. Quelle calate dall'alto, “calcolate” (nel senso di Turing) rischiano di non avere effetti. Gli attori individuali e sociali tendono a mettere in atto gli stessi comportamenti in ogni nuovo contesto istituzionale progettato dall'alto.
Quarta ragione, la più importante. Si distoglie l’attenzione dall'esigenza di stimolare, in ogni dove nella società, nuove progettualità nutrite con nuove risorse cognitive.
A proposito … avete mai sentito discutere di risorse cognitive invece di riforme istituzionali? Questo è il segnale più preoccupante dell’incapacità di riflessioni profonde delle nostre classi dirigenti. Dopo tutto stiamo parlando della società degli uomini. E gli uomini sono caratterizzati dalle loro risorse cognitive. Quelle attuali non bastano. Senza fornire alle classi dirigenti nuove risorse cognitive nulla cambierà.


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