di
Francesco Zanotti
Certo ... ma cosa dobbiamo cambiare e per
ottenere cosa?
Oggi si parla solo di riforme strutturali (per
altro superficiali perché si rimane sempre nell'ambito della democrazia
rappresentativa). E non si spiega qual è il legame tra le riforme che si
vogliono fare e i risultati che si vogliono ottenere.
Il lettore è scettico? Ed allora provi, ad
esempio, a scrivere la legge che lega le riforme istituzionali (la cosa da
cambiare) all'aumento dell’occupazione (uno degli obiettivi ritenuti importanti
da raggiungere). Non troverà nessuna legge. Solo qualche vaga e flebilissima ipotesi
di collegamento.
Occorre guardare al motore della società e non
alla sua carrozzeria e progettare dove si vuole andare.
Il motore di una società è la sua struttura cognitiva.
Oggi si vagola nel generico (anche se volitivamente intenso) perché la
struttura cognitiva attuale delle classi dirigenti è troppo povera.
Faccio un esempio: la già citata occupazione. Ora
l’occupazione non può essere un obiettivo diretto perché essa è solo una
conseguenza. Di cosa? Del fatto che le imprese aumentano la loro capacità di
generare cassa. Aumentare la capacità di generare cassa delle imprese deve
essere l’obiettivo. L’occupazione aumenterà a ruota e come conseguenza.
Ma come si fa ad aumentare la capacità di
generare cassa delle imprese? Occorre fornire alle classi dirigenti
imprenditoriali e finanziarie nuove risorse cognitive per ridisegnare l’identità
strategica delle imprese.
Allora è urgentissimo non tanto sperare in nuove
classi dirigenti, quanto fornire alle classi dirigenti, qualunque esse siano, nuove
risorse cognitive.
E’ molto triste sentire una grande forza di
volontà ed entusiasmo che gira a vuoto perché non si riesce a capire dove si è e dove si vuole andare. Ed è costretta ad un continuo rilancio di ambiti di
cambiamento per nascondere che in nessun ambito si sa cosa si vuole.
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