domenica 24 agosto 2014

Aspettando il 10 ottobre. Uccidere o far emergere una nuova realtà

di
Francesco Zanotti



Il verbo uccidere intende descrivere un processo di annientamento.
Oggi forse è il verbo che descrive maglio la tendenza lungo la quale si stanno incamminando le relazionalità tra persone, gruppi e nazioni.
L’uccidere fisico che è diventato cronaca non solo in qualche “altrove” che percepiamo distante, ma anche in casa nostra. L’uccidere simbolico che è la regola nei dibattiti sociali, politici e culturali. La rabbia esistenziale contro l’avversario.
E’ un problema di risorse cognitive.
Lo spazio vitale delle persone e dei gruppi è diventato complesso. Il sistema di risorse cognitive delle persone non è in grado di capirlo e gestirlo. Questo significa che ogni persona o gruppo si costruisce una immagine dello spazio in cui conduce la propria esistenza troppo angusta, ma ideologica. Essa non può certo coincidere con quella che se ne fanno le altre persone e gli altri gruppi. Ma siccome è ideologica (pensa di essere la vera realtà) non può costruire dialogo, ma deve inevitabilmente scontarsi.
Poiché il mondo tende a diventare sempre più complesso, mentre i sistemi cognitivi di persone e gruppi tendono a staticizzarsi (ideologie di pensiero che costruiscono ideologie di realtà) la differenza diventa insopportabile e la relazionalità raggiunge la massima violenza: l’uccidere.
Per eliminare la deriva dell’uccidere e per costruire una nuova convivenza occorre arricchire i sistemi cognitivi di persone e gruppi. E poi attivare un governare che costruisce sintesi e non imponga visioni di qualche maggioranza.



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