di
Francesco Zanotti
Si sono costruiti i muri, li si useranno. Ma i
previdenti dirigenti di Expo 2015 stanno già pensando a come usare gli spazi e
i muri quando l’Expo sarà finito.
E il problema della nutrizione? Rimane negli
interessi di qualche intellettuale, di pochi specialisti che animano e
animeranno qualche convegno.
Come avrebbe potuto essere diversamente?
Il “prima”: un grande progetto di ricerca per trovare
una risposta al problema della nutrizione di una specie (quella umana) che a
fine luglio ha già consumato le risorse che il Pianeta produce in un anno.
Il durante: un grande dibattito per generare un “Progetto
Strategico per l’alimentazione” firmato da tutti i Paesi partecipanti, dove si
sarebbe detto come si sarebbe affrontata la sfida della alimentazione.
Il “dopo”: un processo di progettualità continua
per verificare, migliorare, aggiornare il Progetto Strategico per l’alimentazione
Insomma l’Expo 2015 avrebbe potuto essere la
prima occasione in cui la gran parte dell’umanità si metteva insieme per
costruire un Progetto di Futuro Comune.
Così non è stato e rischia che così non sarà. Sembra
che noi italiani si sia interessati solo al fare muratori e geometri, anche
poco onesti.
Noi, però, non abbiamo perso le speranze. Il 10 ottobre presenteremo un progetto perché qualcosa ancora si può fare. Dobbiamo
dirlo: malgrado Bracco e Sala.
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