venerdì 1 agosto 2014

Aspettando il 10 ottobre … Non farsene una ragione

di
Francesco Zanotti


E’ lo stesso titolo dell’articolo di fondo di Giuseppe De Rita oggi sul Corriere.
E’ un richiamo a superare l’apatia.
Ma, poi, non si dice come.
Noi, che stiamo organizzando l’evento del 10 ottobre, abbiamo una proposta sul come fare che rende ancora più evidente la vigliaccheria e l’egoismo che sta dietro l’apatia. Oppure la gigionesca comunicazione velleitaria.
La proposta nasce da una analisi: la situazione attuale è frutto di una perdita di senso della società industriale, in tute le sue dimensioni. Quindi, la sfida non di “aggiustamento” (la competitività in economia, le riforme per quanto riguarda la dimensione istituzionale … e poco altro perché non si parla neanche delle altre dimensioni in cui si articola una società). La sfida è di progetto: occorre immaginare una nuova società.
Per farlo occorre sostituire la infrastruttura cognitiva della società industriale con una nuova infrastruttura. Usando questa nuova infrastruttura cognitiva si potrà iniziare un cammino che potrà essere contemporaneamente di progetto e di realizzazione.
Semplice, veloce ad investimento bassissimo. Ognuno potrà dare il suo contributo cercando di acquisire nuove risorse cognitive in brevissimo tempo. Se a settembre tutti si ritroveranno con le stesse risorse cognitive di oggi (se non ci saremo auto rivoluzionati) avremo dato un grande contributo al partito così vituperato (giustamente) da De Rita del “ce ne faremo una ragione”. Di qualunque cosa accada cercheremo di farcene una ragione, adattandoci. Con ignavia.
Appena smettete di leggere, andate a calcolare quanti morti e quante sofferenze generiamo ogni giorno nel mondo con la nostra insensata voglia di cercare di conservare un modello sociale che pur è stato grande, ma che ora sta distruggendo Esseri umani e Natura.  


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