giovedì 31 luglio 2014

Aspettando il 10 ottobre … I campi di mais artificiali: che tristezza e che nostalgia …

di
Francesco Zanotti


Siete mai entrati in un campo di mais vero, magari a piedi nudi, in un’assolata giornata estiva?
Se ci foste entrati provereste le stessa tristezza che provo io …
Ovviamente non è la stessa cosa: ne è una caricatura orribile. Intendo: i campi di mais finti davanti al Castello Sforzesco.
Pensate. Quando entravamo in un campo di mais, beh aveva un nome: era di Giovanni. Lo stesso Giovanni che incontravamo al bar, che vedevamo tutte le mattine pedalare verso i suoi campi. Quelle piante e quelle pannocchie erano sue. Il rispettarle era comandato dall’amicizia.
Poi i piedi camminavano sulla stessa terra che dava vita alle piante. Era un dialogo nella natura con le piante. Nessuno girovagava per un campo di mais in bicicletta …
Ci entravi e l’avevi visto crescere quel campo. Sapevi che era stato terra ... Sapevi che, poi, tutte le pinte sarebbero state tagliate per far tornare il campo terra. E sapevi che Giovanni ci manteneva la famiglia: temevi con lui la grandine.
Poi c’erano gli spigolatori: coloro che passavano dopo la raccolta per prendere quello che Giovanni aveva lasciato a disposizione di tutti: quasi un obolo alla Comunità.
E c’erano anche i malandrini, ma malandrini piccoli piccoli. Quelli che entravano nel campo prima della raccolta di Giovanni. Malandrini ai quali la tradizione popolare aveva dato un epiteto che era un’opera d’arte. Per spigolare occorre stare chini, per raccogliere le pannocchie lasciate. Chi raccoglieva indebitamente, lo poteva fare, però, stando in piedi perché le piante di granoturco sono alte. Ed allora venivano chiamati “spiguladu’ d’impè”. Degli “spigolatori” che possono tranquillamente spigolate stando in piedi. Ironia impagabile.
Ecco, chi viaggia in bicicletta tra cassette di legno da cui spuntano piante di granoturco in un’area metropolitana nulla percepisce di quel mondo. E le piante di granoturco fuori da quel mondo, sono solo tristi macchine da cibo.


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