di
Luciano Martinoli
Tutto il mondo invidia e vorrebbe avere tassi di crescita dell'economia alla "cinese". Ma il 64% dei cinesi ricchi, dunque coloro che hanno i mezzi economici per campare bene, vogliono emigrare.
E' quanto rivela una ricerca riportata da Wall Street Journal di una società di ricerche di Shangai.
Le motivazioni sono molteplici: qualità della vita scarsa, inquinamento, dubbia sicurezza sui cibi, sistema giudiziario debole e incerto, sistema scolastico disastrato e polarizzato a produrre "operai" (anche intellettuali), sistema dei diritti e delle tutele dei cittadini inesistente.
Ragioniamo però per un attimo al contrario: e se fossero solo queste le condizioni necessarie per una crescita del sistema economico "industriale"? A ben pensarci sono le stesse della Londra degli albori della società industriale, e di tanti altri luoghi che iniziarono a realizzare tale modello di società.
Vogliamo davvero "pagare" la crescita economica con tutto quanto sta accadendo in Cina (e che spinge proprio i cinesi facoltosi a voler fuggire)?
Penso proprio di no.
Allora è il momento di progettare un modello di società diverso, profondamente diverso.
Potremmo mai farlo con le convinzioni sull'economia, la società, la politica che abbiamo adesso?
I risultati finora ottenuti ci urlano in faccia un secco "no". A ben vedere inoltre c'è un inconsapevole rifiuto nel farlo, basta pensare alle invocazioni di "ripresa" di qualcosa che si sa cosa produce.
Ecco allora la necessità di dotarsi di "nuove conoscenze".
Ma dove reperirle? Ci vorrebbe un "expo" di esse per poterle conoscere.
Ecco cosa faremo a partire dal 10 ottobre. Ma c'è bisogno di tutti
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