giovedì 29 maggio 2014

Una mattina in Duomo a Milano

di
Francesco Zanotti


Sto scrivendo da una panca del Duomo di Milano. Sono entrato da poco, dopo aver superato un drappello di giovani militari, ovviamente armati.
Il primo pensiero: certo i militari ci sono per evitare attentati e altre nefandezze. Ma, amici tutti, soprattutto quelli non più giovanissimi, i nostri Padri ci hanno lasciato mille chiese, luoghi di preghiera e meraviglia, di cui andare fieri. Anche i non credenti. E noi siamo riusciti solo a conservarli male e siano costretti a proteggerli con le armi. Ma che razza di società stiamo lasciando ai nostri figli? Non sarebbe il caso di vergognarci e di reagire alla grave ingiustizia che stiamo perpetrando, noi passati rivoluzionari che facevamo rivoluzioni per combattere l’ingiustizia?
Ma nonostante i militari sono entrato ed ho trovato il Signore e la preghiera nascosti e protetti. Devi superare transenne e inservienti per arrivare là da dove provengono canti e preghiere. L’altare è sgombro. Il Signore è nascosto anche lui in quell'angolo di Chiesa dove sono canti e preghiere. Allora non posso che pensare che non solo non costruiamo più Chiese, non solo le conserviamo male e le dobbiamo proteggere con le armi, ma ci siamo vigliaccamente adattati a fare delle Chiese musei asserviti al turismo …
Serve altro per “misurare” il fallimento di una generazione che voleva essere rivoluzionaria?

Serve altro per richiamare ad una nuova rivoluzione dove noi stessi siamo “l’ancient regime” da buttare a mare?

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