giovedì 20 marzo 2014

L'ideologia del “buon senso”

di
Francesco Zanotti


Leggo sul Corriere di oggi  il fondo di Aldo Cazzullo che auspica un “dialogo senza ideologie”. Cioè, un dialogo fondato sul buon senso. Contrapponendo il buon senso alle ideologie.
Beata “non sapenza”. Beh visto che l’articolo tratta di temi etici rilevanti, mica tanto beata. Incosciente, direi.
“Non sapenza” di cosa? Dei temi epistemologici di fondo. Anche quello che si chiama buon senso non è null'altro che una ideologia. Semplice e diffusa in vasti strati di popolazione, tanto da essere riconosciuta da molti. Me né vera né definitiva.
Il pensare dell’uomo produce inevitabilmente teorie sull'uomo e sul mondo. Poi possono essere più o meno rigide (più o meno ideologiche), ma sempre costruzioni dell’uomo sono.
Il richiamarsi al buon senso null'altro è che richiamarsi alla propria visione del mondo. Che, proprio perché la si chiama buon senso, la si vuole imporre come ideologia.
Quindi? Occorre attivare un processo di creazione sociale di una nuova visione sui temi etici. Dove ognuno ha un contributo da dare. Nessuno ha il diritto alla ideologia. Meno che meno a quelle che si nascondono dietro il buon senso. Ci vuole una classe dirigente capace di fare sintesi.
E la “non sapenza” è il guaio più grosso.


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